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equo compenso per freelance dell'editoria

Quanto devo farmi pagare (all’ora) in editoria?

12 Ottobre 2022 Compensi, Lavoro, Prontuario Redacta

In uno dei post più popolari di sempre del nostro blog, abbiamo proposto un metodo utile a calcolare un compenso dignitoso per alcune prestazioni tipiche dell’editoria libraria. Risale a due anni fa, e lo aggiorneremo, ma in tanti e tante ci confermano di consultarlo quando devono avviare una trattativa con un nuovo cliente. Qualcuno riesce a prendere i nostri compensi dignitosi come riferimenti minimi, per chiedere di più, qualcun altro li usa per avvicinare il proprio compenso alla soglia di dignità. Tutte buone notizie.

Tuttavia i nostri compensi dignitosi non “funzionano” per tutte le persone che lavorano in editoria come freelance. In questo articolo cominceremo a colmare questa lacuna, proponendo un metodo per calcolare quanto sarebbe giusto farsi pagare quando non si lavora “a cottimo” (ovvero a cartella, a pagina, o con un forfait per un singolo progetto, che può comunque essere diviso per la quantità di lavoro).

Collaborazioni fisse a forfait vs finte partita iva

Diverse case editrici si servono di collaboratrici e collaboratori freelance, che pagano con una cifra fissa ogni mese. L’impegno richiesto all’interno del ruolo individuato è abbastanza generico, e raramente è concordato un numero esatto di progetti su cui viene parametrato il compenso. Semplificando, si tratta di una disponibilità ad assolvere un certo ruolo, che può essere di redattrice o grafico, oppure anche di maggiore responsabilità, come quello di editor, direttrice o direttore di collana.

Si tratta di finte partite iva? A volte sì.

Come abbiamo spiegato nelle nostre FAQ, in punto di diritto la differenza è abbastanza chiara. Chi ha orari fissi di lavoro e magari anche una scrivania in casa editrice è una finta partita iva, inquadramento che serve solo a far risparmiare il committente.

Se ti trovi in questa situazione e non ricevi una paga dignitosa la soluzione non è questo articolo, ma il tribunale del lavoro. L’assunzione come dipendente e un indennizzo adeguato sono un tuo diritto. Contattaci per avere più informazioni.

Ma, appunto, non tutti o tutte si trovano in una situazione di questo tipo. Ci sono persone che accettano di ricevere un fisso mensile per ricoprire un certo ruolo all’interno di una casa editrice al fine di evitare i vincoli dell’assunzione, potendo così mantenere più committenti o svolgere attività diverse. Questo articolo si rivolge proprio a loro.

Il fatto che ci si trovi bene con un certo equilibrio tra autonomia e responsabilità non significa sempre ricevere una paga dignitosa. E questo per due ragioni principali:

  • pagando un fisso mensile, l’azienda ha tutto l’interesse ad aumentare la quantità di lavoro;
  • quando una parte consistente del proprio reddito (per esempio, la parte che paga l’affitto) deriva da un singolo committente, può essere difficile contrattare sul compenso: il rischio è alto.

Un precedente, il Ccnl per i lavoratori del teatro 2018

L’editoria non è l’unico settore in cui convivono figure autonome e dipendenti con un impegno definito a livello temporale. Nello spettacolo dal vivo gli autonomi vengono infatti pagati a giornata, dunque non è sorprendente che, proprio in questo settore, si possa trovare un metodo per calcolare un compenso dignitoso per chi lavora in questa maniera.

Il Contratto collettivo nazionale per i lavoratori del teatro firmato il 19 aprile 2018 stabilisce che gli autonomi devono essere pagati minimo il 150% del compenso dei dipendenti. Un modo per riconoscere i maggiori rischi e costi (formazione, amministrazione, promozione) che gravano sui professionisti.

La cosa da tenere presente è che con questo sistema la variabile decisiva è il tempo che si dedica a una determinata collaborazione.

Quando hai accettato una collaborazione a forfait non hai pensato di misurare il tempo che ci avresti dedicato?
Male, comincia subito.

Ci avevi pensato e l’hai misurato, ma ti manca un parametro di riferimento per sapere se ti stanno pagando il giusto?
Bene, continua a leggere.

1500 euro al mese sono tanti o pochi?

Proviamo ad applicare questo principio a una persona con un fisso mensile in editoria. Diciamo che per una collaborazione una casa editrice ci offre 1500 euro lordi al mese: come possiamo capire se è un compenso dignitoso?
Prendiamo come costo del lavoro orario di riferimento 17 euro lordi l’ora, che nel Ccnl editoria (lo stesso che abbiamo usato per i compensi dignitosi a cartella) firmato nel 2021 corrispondono a una mansione da dipendente di livello 5 (l’inquadramento delle persone neo-laureate), con un minimo di esperienza. Calcoliamo il 150% e a questo aggiungiamo un 9%, per tenere conto dell’inflazione record del 2022.

Il 150% di 17 è 25,5 euro, aggiungendo il 9% (2,3 euro) di inflazione arriviamo a 27,8 euro: ecco il compenso orario minimo per il lavoro autonomo che cercavamo.

Dunque, se un editore ci propone un forfait di 1500 euro lordi al mese, e sappiamo che il compenso minimo orario che dovremmo prendere è 27,8 euro, non ci resta che calcolare quante ore dobbiamo lavorare:

1500/27,8 = 53,9.

Arrotondato: 54 ore. Se lavoriamo per quel committente più di 54 ore al mese siamo sotto il parametro di dignità.

Ci chiede di lavorare per più ore? E noi chiediamo più soldi.

Ci risponde che è tutto quello che può darci? Allora 54 ore è tutto il tempo che possiamo dedicare a quel committente. Meno di un part time.

Il minimo non è il massimo

Se finora abbiamo parlato di minimo, è perché il Ccnl editoria prevede altri livelli sopra al 5 che abbiamo preso come riferimento.

Il più alto di quelli per cui è possibile trovare un corrispettivo freelance è il livello 1 (sopra il quale c’è solo il Q, il quadro): il costo del lavoro orario di un dipendente di livello 1 è di 22,7 euro lordi l’ora. A un inquadramento più alto, corrispondono necessariamente mansioni più onerose: magari un ruolo di gestione o coordinamento, oppure maggiori responsabilità.

Allo stesso modo, se siete collaboratori stabili di un editore che vi riconosce una cifra fissa ogni mese, vi troverete a svolgere alcune mansioni specifiche. L’impegno e il livello di responsabilità necessari per svolgere queste mansioni potranno variare: magari vi propongono di occuparvi della redazione di alcuni libri, oppure di editing e scrittura bandelle, oppure ancora di un ruolo da editor, direttore o direttrice di collana.

Abbiamo quindi pensato di fornire altri due riferimenti di compensi orari per il lavoro autonomo, oltre al livello minimo:

  • un livello intermedio, per il quale prendiamo come riferimento il livello 3 del Ccnl. Il costo orario del dipendente di questo livello è di 18,9 euro lordi l’ora, mentre il corrispondente per il lavoratore autonomo è di 30,8 euro;
  • il livello massimo, per il quale prendiamo come riferimento il livello 1. Come abbiamo detto il costo orario del dipendente di questo livello è di 22,7 euro l’ora, mentre il corrispondente per il lavoratore autonomo è di 37 euro.

Tornando all’esempio di prima, se volete sapere quante ore al mese dovrete lavorare per un editore a fronte di un compenso mensile di 1500 euro, considerando anche il livello di responsabilità, non vi resta che rifare il calcolo:

Livello 3: 1500/30,8 = 48,7 ore al mese.

Livello 1: 1500/37 = 40,5 ore al mese.

 

Mettiamo invece che concordiate una disponibilità oraria mensile con una casa editrice: nel momento di negoziare il vostro compenso vi sarà probabilmente utile questa tabella, che contiene i compensi dignitosi mensili per i tre livelli che abbiamo individuato.

MINIMO INTERMEDIO MASSIMO
Lavori 40 ore al mese? (10 ore alla settimana) 1112 1232 1480
Lavori 80 ore al mese? (20 ore alla settimana: come un part time a 4 ore) 2224 2464 2960
Lavori 120 ore al mese? (30 ore alla settimana, come un part time a 6 ore) 3336 3696 4440
Lavori 160 ore al mese? (40 ore alla settimana: come un full time) ERROR: Se lo fai per un editore solo, sei una finta partita iva! ERROR: Se lo fai per un editore solo, sei una finta partita iva! ERROR: Se lo fai per un editore solo, sei una finta partita iva!

Editore che ci leggi, ti sembra troppo? Bene!

Freelance che ci leggi, credi che non ti offriranno mai così tanto, neanche se contratti come Kim Wexler? Ottieni il massimo e poi calcola quante ore devi lavorare, probabilmente devi solo lavorare meno.

In sintesi

Per valutare l’adeguatezza dei fissi mensili delle collaborazioni, in editoria e altrove, la variabile centrale è quella del tempo. È una banalità – qualsiasi collaborazione parte da un preventivo che, in qualche modo, contempla il tempo per eseguire il lavoro – ma non è neanche scontato riuscire ad applicare questo principio nella vita quotidiana. Non è sempre semplice contare le ore lavorate ma, pragmaticamente, è un buon modo per evitare di farci sfruttare. A volte è sufficiente far diventare la misurazione un’abitudine, con un appunto sul calendario o usando i tanti strumenti di misurazione del tempo disponibili online.

Con questo nostro metodo, fondato ancora una volta sulla contrattazione collettiva per i dipendenti, abbiamo ottenuto un parametro per stabilire quanto deve essere pagato il lavoro editoriale che vale anche per le collaborazioni a forfait.

Fateci sapere se funziona!

Redacta

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1 Commenti

  1. jessica

    Reply

    Grazie per aver condiviso l’indagine di mercato. Ho dei dubbi!
    Credo che il 150% sia un valore basso. La quota fissa Inps e le spese per aggiornamenti e attrezzature di una partita iva non forfettaria, sono alte. Ok si lavora, ma senza guadagno. Comunque sia basta lavorare, stiamo oramai scomparendo … Addiooooo 🙂

    25 Ott 2022

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Quanto devo farmi pagare (all’ora) in editoria?

di Redacta tempo di lettura: 6 min
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