Argomenti

Articoli recenti

Sostieni ACTA

Fai valere i tuoi diritti di freelance! Sostieni Acta e assicurati un futuro lavorativo migliore grazie a vantaggi, convenzioni e maggiori tutele.

Un nuovo bonus per (una piccola parte del)l’editoria

20 Ottobre 2020 News

Aggiornamento: sul sito della Direzione generale Biblioteche e diritto d’autore sono disponibili le istruzioni per la richiesta del contributo. Le indicazioni principali per l’accesso al fondo sono:

– reddito complessivo lordo non superiore a 28.000 euro riferito all’anno 2019;
– reddito derivante da diritto d’autore pari ad almeno il 20% del reddito complessivo e comunque non inferiore a 1.000 euro riferito all’anno 2019;
– appartenenza (autocertificata tramite presentazione della domanda stessa) alla categoria dei “traduttori editoriali”.

La domanda deve essere presentata tramite PEC entro il 12 novembre 2020.

Alcuni appunti di Redacta sull’annunciato fondo a sostegno dei traduttori editoriali

Venerdì il ministro Franceschini ha annunciato lo stanziamento di 5 milioni di euro del decreto Rilancio a favore dei traduttori editoriali. Dunque questa volta non si finanziano le imprese sperando che parte dei fondi finisca ai professionisti, ma si erogano i fondi direttamente a quest’ultimi. Tutto bene dunque? Non proprio. Andiamo a vedere nel dettaglio il perché.

Fondi per tutto il settore, ma “a partire da”

Per un provvedimento che riguarda il settore editoriale 5 milioni sono una cifra consistente  (basti pensare che per tutti i piccoli editori sono stati stanziati 10 milioni in totale) e destinarli a una singola categoria professionale sembra una scelta quantomeno curiosa, anche se non del tutto sorprendente. Che si andasse in questa direzione era chiaro già da un emendamento (183.89) di luglio al decreto Rilancio che nel prevedere un fondo a sostegno “delle librerie, dell’intera filiera dell’editoria, compresi le imprese e i lavoratori della filiera di produzione del libro” specificava, senza fornire motivazioni adeguate, “a partire da coloro che ricavano redditi prevalentemente dai diritti d’autore”. La domanda sorge spontanea: perché si dovrebbe partire da chi lavora in diritto d’autore? In editoria le partite Iva sono tante, per esempio. Ci sono redattori, grafici, uffici stampa, che hanno sofferto allo stesso modo il calo della produzione dovuta all’emergenza pandemica. Questo criterio, già di per sé escludente, è diventato ancora più esclusivo nell’applicazione pratica, lasciando fuori dallo stanziamento tutte le altre figure che lavorano in diritto d’autore (illustratori, fumettisti, scrittori, fotografi) per concentrarsi unicamente sui traduttori editoriali.

Alcuni autori sono più uguali di altri

Con questo non vogliamo certo dire che i traduttori non abbiano bisogno di aiuti o sostegno al reddito, ma occorre ricordare che molti professionisti che lavorano in diritto d’autore negli scorsi mesi hanno avuto accesso anche al fondo Siae, che nella pratica è valso ai singoli (a seconda del reddito) fino a 4800 euro. Come Acta e Redacta abbiamo accolto favorevolmente quel provvedimento, dato che si rivolgeva a tutti i percettori di diritto d’autore, che in molti casi erano rimasti esclusi da ogni altro tipo di sostegno. Ma con questa ultima misura riservata ai traduttori editoriali si passa da un estremo all’altro. Cumulando i valori massimi dei due bonus, il contributo totale potrebbe superare i 7000 euro, mentre per i professionisti iscritti esclusivamente alla gestione separata la cifra è arrivata al massimo a 2200 euro (per i fortunati che hanno avuto accesso al bonus di maggio; per tutti gli altri, i bonus sono stati solo quelli di marzo e aprile, pari a 600+600 euro). Per non parlare di chi, come i titolari di contratti a tempo determinato o gli stagisti, è stato escluso completamente dai bonus del governo.

Traduttori editoriali, in che senso?

Dunque questo provvedimento crea discriminazioni sia nella platea dei professionisti che lavorano in editoria libraria sia tra chi, fra loro, lavora in diritto d’autore. Finito qui? No. Questo provvedimento crea discriminazioni anche all’interno della comunità dei traduttori. Il sostegno riguarda infatti esclusivamente i “traduttori editoriali”: chi traduce documenti non editoriali, manuali, ma anche dialoghi di film, videogiochi o altri contenuti multimediali non avrà diritto al bonus. Eppure sono tutte attività indubbiamente di traduzione e che possono rientrare, per la legge, nel regime del diritto d’autore.

Come, esattamente, sarà dunque possibile distinguere un traduttore editoriale da un qualsiasi altro professionista retribuito con cessione di diritto d’autore? Sarà necessario presentare il contratto d’edizione firmato? Ma il contratto non è obbligatorio, per la legge basta un accordo scritto. Bisognerà sottoporre al Mibact le email, oppure i frontespizi dei libri con il proprio nome? E se i libri non sono ancora stati pubblicati? Aspettiamo il Decreto per maggiori dettagli, ma il criterio è già di per sé molto discutibile.

E quindi perché?

Fino a ora abbiamo lanciato molte domande retoriche, tutte incentrate sulla ratio di questo provvedimento. Un’ultima domanda riguarda le alchimie parlamentari che l’hanno prodotto, ma questa è la risposta che ci interessa meno.

Quello che possiamo dire è come sicuramente non è stato pensato questo provvedimento:

  • Non si è data la medesima considerazione a tutti i professionisti della cultura: si è scelto di concentrarsi su una piccola minoranza di un piccolo settore. Che cosa dovrebbero aspettarsi tutte le persone che lavorano per il turismo, lo spettacolo o le fiere, settori che, al contrario dell’editoria libraria, per molto tempo sono stati chiusi a norma di legge e che ancora patiscono per le norme anti-Covid? Quanti danni ha subito, per esempio, un interprete, che del traduttore è quantomeno “collega”?
  • Non si è pensato a misure strutturali in grado di correggere alcune storture presenti da sempre. Basti pensare all’assenza di una copertura assistenziale e previdenziale per tutti coloro che lavorano in diritto d’autore. Si tratta di migliaia di persone escluse da indennità di malattia, maternità e disoccupazione, con la prospettiva di aspettare la pensione minima. Piuttosto che affrontare questi problemi (Acta sta perfezionando una proposta in merito [Aggiornamento 2/11/20: eccola]) si è preferito un provvedimento ad hoc. Ormai è un cliché, ma tocca ribadirlo: l’emergenza sanitaria ha reso evidente che l’assenza di un welfare universale è un grande problema (malattia e disoccupazione per tutti, in questo momento, sarebbero importantissime). In questo senso, non possiamo permetterci misure strettamente emergenziali.
  • Non si è intervenuti sulle dinamiche di mercato che determinano la fragilità economica dei professionisti dell’editoria libraria e, più in generale, dei lavoratori della conoscenza. I compensi bassi e l’abbondanza di lavoro gratuito o semi-gratuito grazie agli stage rimangono tali e quali. Questa elargizione tampona l’emergenza, per pochi scelti arbitrariamente, mentre la situazione strutturale non cambia di una virgola.

Il fatto che il decreto non sia ancora stato pubblicato forse concede un minimo di speranza, c’è ancora tempo per correggere queste storture e scrivere un testo che risulti veramente equo ed efficace.

In ogni caso, Redacta è un’altra cosa

Fin dalla sua nascita Redacta ha rappresentato uno spazio aperto a tutti i professionisti dell’editoria libraria. È una scelta basata sulla convinzione che le cose possono migliorare solo se si agisce collettivamente, abbandonando l’individualismo ma anche il corporativismo, che finisce per mettere al centro una singola professione ignorando tutto il resto. Per questo le nostre proposte si riferiscono a un contesto più ampio del singolo settore, e sono applicabili, quantomeno, a tutti gli ambiti del lavoro culturale:

  • Compensi dignitosi per tutti i professionisti, con o senza partita Iva;
  • Forte limitazione degli stage;
  • Distribuzione degli aiuti pubblici solo alle aziende che rispettano le regole per i dipendenti e i compensi dignitosi per i professionisti;
  • Un welfare veramente universalistico che non lasci indietro nessuno.

Continueremo a costruire alleanze con tutti i soggetti che condividono tali princìpi di fondo, dentro e fuori dall’editoria.

Redacta

ARTICOLI CORRELATI

Lascia un commento

Un nuovo bonus per (una piccola parte del)l’editoria

di Redacta tempo di lettura: 5 min
0