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L’impegno europeo per il salario equo potrà rilanciare il salario minimo legale in Italia?

21 Settembre 2020 Diritti, Lavoro

Ursula Von der Leyen ha confermato che sarà un obiettivo del suo mandato proporre uno strumento giuridico per garantire che ogni lavoratore nell’Unione Europea abbia un salario minimo equo. Non si tratta di una pressione per l’adozione di un salario minimo legale, perché la stessa Von der Leyen ha precisato che i salari minimi dovranno essere fissati secondo le tradizioni nazionali, attraverso contratti collettivi o disposizioni legali.

The dignity of work is sacred. Within the first 100 days of my mandate, I will propose a legal instrument to ensure that every worker in our Union has a fair minimum wage. This should allow for a decent living wherever they work. Minimum wages should be set according to national traditions, through collective agreements or legal provisions.

Potrebbe però essere l’occasione per rilanciare il dibattito sul tema dei compensi e anche sul Salario minimo legale (SML) in Italia.

Sei proposte di legge sul salario minimo legale

Lo scorso anno sembrava di essere vicini all’adozione di un SML, dal momento che si trattava di una misura auspicata dalla maggior parte delle forze politiche: sono stati presentati 6 progetti di legge, tre da PD (Laus, Delrio, Nannicini), uno da LEU (Pastorino), Fratelli d’Italia (Rizzetto) e Movimento 5 stelle (Catalfo).
Ma il percorso si è interrotto, non solo e non tanto perché mancava un accordo sulla quantificazione e sulle modalità di calcolo, quanto a causa dell’opposizione di sindacati e associazioni delle imprese, che avevano già fatto naufragare il precedente tentativo di inserire il SML nel Jobs Act ,preferendo affidare alla contrattazione collettiva ogni accordo sulla remunerazione.

Pro e contro il salario minimo legale

Proviamo a riassumere le principali argomentazioni che vengono portate contro l’adozione di un SML in Italia, che a nostro parere non giustificano l’ostilità delle parti sociali a uno strumento che, non a caso, è stato adottato dalla grande maggioranza dei paesi europei. Per questo ad ogni argomentazione abbiamo affiancato una contro-argomentazione a favore.

Contro Pro
Compatibilità con contrattazione collettiva Meglio favorire allargamento dei contratti collettivi.

SML potrebbe incoraggiare uscita dai contratti.

Esperienza di altri paesi mostra che è possibile convivenza tra contrattazione collettiva e SML (si vedano Germania, Olanda, Belgio, Spagna, Francia, Portogallo)
Minimo o massimo? Il Salario minimo rischia di diventare un salario massimo La recente introduzione del SML in Germania non ha determinato schiacciamento nei compensi
Non basta agire su retribuzione 80-90% dei lavoratori (dipendenti) è tutelato da contratti che garantiscono non solo remunerazione ma anche welfare e benefit vari 10-20% dei dipendenti non è effettivamente coperto dai contratti e non è garantito né su welfare e benefit né su remunerazione
Ruolo sindacato Ridurrebbe la forza del sindacato Potrebbe stimolarlo a crescere, a rafforzare la propria capacità di contrattazione
Lavoro non dipendente Comunque, non coprirebbe i lavori non dipendenti Per tutti sarebbe un punto di riferimento molto chiaro, mentre non può esserlo il minimo del contratto collettivo di riferimento che nessuno conosce.
Working poor SML da solo non basta a garantire un reddito dignitoso, che potrebbe dipendere da lavori intermittenti o che impegnano solo per poche ore Vero, ma SML contribuirebbe comunque ad aumentare i redditi dei più deboli
Costi Aumenterebbero i costi per le imprese (obiezione delle associazioni delle imprese) È obiettivo del SML fare in modo che le imprese non competano a scapito dei lavoratori
Ispezioni sul lavoro Azione più importante è aumentare ispezioni sul lavoro per garantire effettivo rispetto dei contratti Esistenza SML fornirebbe un’indicazione chiara e nota a tutti i lavoratori, sarebbe più facile far emergere abusi anche a parità di ispezioni

La posizione di ACTA

Come ACTA siamo da tempo favorevoli all’introduzione del SML per fissare un livello minimo di remunerazione oltre il quale non sia possibile scendere, da applicare anche alle situazioni di stage, in modo da contrastare la competizione al ribasso, che riguarda tutti i lavoratori, inclusi quelli autonomi, proveniente dalla disponibilità di lavoro gratuito o semi-gratuito.

Con riferimento al lavoro professionale, l’introduzione di un SML non potrà garantire un minimo retributivo, in quanto si tratta di attività normalmente remunerate sulla base della prestazione, del servizio fornito e non sempre predefinibili sulla base del tempo. Si pensi per esempio ad attività come quella di un pubblicitario chiamato a fare uno studio per un naming o ideare una campagna o a una consulenza per la riorganizzazione di un’impresa. Attività che peraltro sono spesso a elevato contenuto specialistico e per le quali un salario minimo orario universale sarebbe una condizione non sufficiente a garantire un compenso proporzionato alla qualità e quantità della prestazione. Per questo obiettivo è stata approvata una legge specifica (legge sull’equo compenso), che tuttavia è rimasta lettera morta.

Auspichiamo che il nuovo programma Europeo possa riportare l’attenzione sul tema dei compensi, che solleciti l’adozione e l’applicazione di nuovi strumenti normativi, intensifichi l’attenzione degli organi ispettivi e avvii un’operazione culturale che coinvolga tutto il mondo produttivo, a iniziare dalla pubblica amministrazione (uno dei peggiori pagatori).

Anna Soru

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