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Genitorialità e malattia: domande di chiarimento all’INPS

18 Giugno 2021 Diritti, Malattia, Maternità

All’interno del tavolo delle associazioni professionali che si riunisce presso il CNEL il 16 giugno c’è stata un’“audizione” di alcuni responsabili dell’INPS, richiesta dal tavolo per fornire dati di dettaglio sul gettito previdenziale e sulla spesa per prestazioni assistenziali dei professionisti iscritti alla gestione separata, oltre che chiarimenti sull’utilizzo delle risorse dell’avanzo della gestione separata Inps.

I dati portati in realtà non aggiungevano molto rispetto a quelli da noi elaborati a partire dal Rendiconto generale per il 2019 approvato a fine luglio 2020, e in particolare il Tomo II, che contiene i “Rendiconti delle Gestioni Assicurative e/o Previdenziali” e riportati in un post di alcuni mesi fa. Ma è stata utile a fornire alcune conferme importanti:

  • L’attivo della gestione assistenziale è notevole;
  • Questo avanzo rimane acquisito a livello di gestione (ovvero rimane nelle casse dell’INPS e viene utilizzato per altri scopi);
  • Il numero dei beneficiari è diminuito nel tempo, mentre la platea degli iscritti non è diminuita;
  • Il calcolo del costo dell’ISCRO è stato fatto sulla base della platea teorica degli aventi diritto.

Come ACTA abbiamo commentato che un avanzo così ampio, che nel 2019 è stato pari a oltre il 90% dei contributi versati può avere 3 diverse spiegazioni:

  1. Un’aliquota troppo elevata;
  2. Le indennità sono troppo basse;
  3. Moltissime persone che teoricamente avrebbero diritto alle indennità non sanno di avere tale diritto oppure incontrano troppi ostacoli nell’accesso.

Approfittando della presenza di interlocutori dell’INPS abbiamo chiesto di poter proseguire il confronto per affrontare quest’ultimo punto, perché sappiamo da chi scrive ai nostri sportelli informativi che non tutti i lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata (e spesso neppure i commercialisti e i CAF che li assistono) sono a conoscenza dei propri diritti. Abbiamo inoltre avuto modo (troppe volte) di verificare che accedere alle indennità non è facile, con una situazione che cambia a seconda della città o anche all’interno della stessa città.

In proposito proponiamo che l’INPS:

  1. Formi adeguatamente i propri operatori;
  2. Informi con apposite circolari i CAF, i commercialisti e i lavoratori sui diritti degli iscritti alla Gestione Separata dell’INPS;
  3. Predisponga dei moduli precompilati semplificati;
  4. Chiarisca la procedura di calcolo delle indennità (ovvero che siano indicati tutti i passaggi del calcolo). In particolare, questa operazione di trasparenza è necessaria per l’indennità di maternità, dove neppure ex post è possibile capire come sia stata calcolata;
  5. Spieghi perché per le iscritte alla gestione separata il calcolo dell’indennità di maternità debba essere fatto con riferimento all’anno della gravidanza, con due conseguenze negative:
    • a. è più povera del dovuto perché in parte è calcolata sul reddito maturato durante la gravidanza o anche subito dopo il parto, quando l’attività lavorativa è ridotta;
    • b. la parte a saldo arriva in ritardo, perché il calcolo definitivo dell’indennità può essere fatto solo dopo che sono disponibili le dichiarazioni dei redditi dell’anno del parto.
      Chiediamo perché non si possa imitare quanto da sempre fanno nelle casse degli ordini e usare come riferimento il reddito dei due anni precedenti la nascita del bambino. In questo modo si supererebbe anche la doppia erogazione anticipo+saldo e quindi si semplificherebbe notevolmente il processo.
  6.  Chiarisca se siano o no possibili dei versamenti volontari per il raggiungimento dei minimi necessari ad aver diritto all’indennità.

I rappresentanti dell’INPS hanno detto che passeranno la nostra richiesta di confronto. Speriamo che venga accolta e che si possa iniziare un dialogo da proseguire poi anche su altri fronti. Noi restiamo a disposizione.

ACTA

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2 Commenti

  1. Luciano Zamponi

    Reply

    A mio avviso, un’altra problematica non trascurabile è il limite di circa 70.000 Euro (70% del massimale contributivo) nell’anno solare precedente a quello in cui viene chiesta l’indennità di malattia. Tale limite andrebbe rimosso, in quanto:
    – chi supera il limite dei 70.000 Euro non è esentato dal pagamento del contributo INPS annuale alla gestione separata
    – non mi risulta che esista un limite analogo per i lavoratori dipendenti
    – il limite è assurdo, in quanto è basato sui ricavi dell’anno precedente e non tiene conto che chi si ammala gravemente o viene sottoposto a un importante intervento chirurgico vedrà ridotte le sue capacità lavorative per un periodo più o meno lungo.

    18 Giu 2021
  2. Samanta Boni

    Reply

    Ciao Luciano, hai ragione. Come Acta ne terremo conto all’interno del tavolo del CNEL dove si vuole preparare un intervento legislativo in cui affrontare anche altri aspetti, ad es. un’indennità di maternità al 100% e non all’80%, proposta già tempo fa. Grazie del tuo contributo e a presto, Samanta

    22 Giu 2021

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Genitorialità e malattia: domande di chiarimento all’INPS

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