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mamma con bambino in braccio al mare, sullo sfondo sole e nuvole scure

Diritto alla maternità negato durante la pandemia

18 Novembre 2020 Diritti, Maternità, News, Previdenza

Una nostra socia ci ha inviato una testimonianza su un grave problema legato al diritto alla maternità durante la pandemia.

Il diritto alla maternità “dimenticato” in tempi COVID

Sono una Guida Turistica di Roma, libera professionista con partita IVA e iscritta alla gestione separata.
Come la maggior parte delle colleghe e dei colleghi di Roma sono ferma con il lavoro da febbraio 2020. A marzo il lockdown ha bloccato le attività delle visite guidate e da lì non sono mai riprese.
Il calo dei turisti nelle città d’arte (Roma compresa) è stato notevole e tantissime guide e professionisti del turismo sono rimasti completamente “a terra” dal primo lockdown. E non sappiamo nemmeno quando ripartirà.
La mia denuncia non vuole riferirsi al problema eccezionale della pandemia e alle sue conseguenze. Speriamo di poter risolvere presto con il vaccino.
Vorrei invece attirare l’attenzione sul tema della maternità. Sono al sesto mese di gravidanza e partorirò a marzo 2021. Mi sono informata sulla maternità che spetta alle professioniste come me (partita IVA in regime forfettario con iscrizione alla gestione separata). Scopro che la maternità si può richiedere due mesi prima e tre mesi dopo il parto.
Fin qui mi dico “tutto ok”. Il problema è che anche in tempi di COVID e di pandemia l’INPS calcola l’indennità di maternità sulla base dei redditi dell’anno precedente la richiesta, nel mio caso il 2020, pari quasi a zero.
Non basta l’essere ferma da febbraio 2020, non basta il fatto che gennaio e febbraio sono bassa stagione per il turismo e quindi si lavora molto poco, non bastano i lockdown, le diverse chiusure dei musei e il blocco del turismo oltreoceano (più tutte le restrizioni della quarantena per chi proviene da Paesi esteri anche europei). No. Mi verrà calcolata la maternità sulla base di questo anno terribile per il turismo a causa della pandemia. Com’è possibile che non si sia pensato a fare un’eccezione per chi in questo anno è stato costretto al riposato forzato a causa del Covid?
E poi ci lamentiamo perché in Italia non nascono bambini e perché l’età media si sta alzando? Un Paese lungimirante investe sulle nuove generazioni, tutela le donne e il sacrosanto diritto alla maternità.
Nulla mi toglierà la gioia di diventare madre, sia chiaro, ma non ritengo giusto dover rinunciare al contributo che mi spetta da parte dell’INPS, soprattutto in questo momento.

Elena Mari

Guida turistica di Roma

La proposta di ACTA

ACTA continua a lavorare per un welfare realmente inclusivo: ti invitiamo a leggere le nostre proposte presentate alla Camera dei Deputati il 28 ottobre 2020 e a consultare la memoria completa e le slide riassuntive se desideri approfondire questo tema.
Nel caso specifico chiediamo che l’indennità di maternità venga calcolata sul reddito dei due anni precedenti e che sia comunque prevista un’indennità minima. In questo modo si eviterà che il diritto alla maternità sia negato alle persone che hanno avuto cali di reddito come quello dovuto alla pandemia.

 

ACTA

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di ACTA tempo di lettura: 2 min
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