Argomenti

Articoli recenti

Sostieni ACTA

Fai valere i tuoi diritti di freelance! Sostieni Acta e assicurati un futuro lavorativo migliore grazie a vantaggi, convenzioni e maggiori tutele.

netflix-piu-trasparente-quali-effetti-per-chi-lavora-nellaudiovisivo

Netflix più trasparente. Quali effetti per chi lavora nell’audiovisivo?

18 Dicembre 2023 Compensi, Lavoro

Netflix ha pubblicato i dati sulle visioni dei programmi trasmessi

Netflix è la più importante piattaforma di streaming e nei giorni scorsi ha iniziato la pubblicazione di un rapporto sui dati di performance dello streaming.

Il rapporto “What We Watched: A Netflix Engagement Report”, come spiega il sito di Netflix, copre più di 18.000 titoli, che rappresentano più del 99% di tutte le visualizzazioni su Netflix.

È un documento che fornisce le ore di visione per ogni titolo e la data di ogni prima di ogni serie e film di Netflix; indica inoltre se nel periodo preso in esame (il report avrà cadenza semestrale) la serie era disponibile a livello globale.

È un cambiamento importante per un’azienda che era sempre stata avara nella diffusione dei propri dati.

Come affermato da Ted Sarandos, co-ceo di Netflix,

La conseguenza non voluta di non avere dati più trasparenti sul nostro impegno è stata quella di creare nel tempo un’atmosfera di sfiducia con i produttori, i creatori e la stampa su ciò che stava accadendo su Netflix“.

È perciò stato avviato un percorso verso la trasparenza che ha portato dapprima a introdurre la lista delle top 10 e, ora, questa nuova iniziativa.

L’obiettivo è davvero la trasparenza?

La decisione è stata accolta con interesse, ma non sono mancate le osservazioni critiche.

Da una parte c’è chi sottolinea che i dati non sono organizzati in modo adeguato, che le informazioni sono suddivise in modo non preciso per poter essere elaborate e che una finestra di sei mesi non è sufficiente a una valutazione (problema quest’ultimo che potrà essere superato con le pubblicazioni successive).

Inoltre si fa notare che manca un controllo da parte di arbitri terzi. Infatti Nielsen, che misura l’audience della TV tradizionale, può misurare solo i dati di Netflix basati sugli Stati Uniti e non può tracciare le abitudini di visione su telefoni o computer, il che naturalmente limita i suoi approfondimenti sullo streaming.

Dall’altra parte c’è chi osserva che l’iniziativa è soprattutto un’operazione di pubbliche relazioni utile a Netflix, in quanto:

  • è un’opportunità per vantarsi del coinvolgimento e della portata della piattaforma, che conta oltre 247 milioni di clienti in tutto il mondo;
  •  il rapporto semestrale dovrebbe aiutare gli sforzi di vendita di pubblicità di Netflix (tenuto conto che lo scorso anno Netflix ha lanciato una versione basata sulla pubblicità del suo servizio di streaming). Dan Salmon, partner e capo della ricerca Internet negli Stati Uniti presso New Street Research, si aspetta che le uscite semestrali siano ben coperte dalla stampa specializzata, mentre la pubblicazione della top-ten non lo era.

Gli effetti per chi lavora nell’audiovisivo

Certamente Netflix ha cercato di trarre vantaggio da questa “operazione di trasparenza”, non ultima quella di cambiare la propria immagine, ma si tratta comunque di un passaggio importante per l’insieme dei lavoratori creativi coinvolti nelle attività delle piattaforme di streaming.

E infatti l’accesso a numeri di streaming più dettagliati è stato uno dei punti chiave alla base del lungo sciopero delle organizzazioni sindacali del settore, che per mesi hanno bloccato le produzioni audiovisive negli Stati Uniti (ne avevamo parlato qui).

Autori e attori chiedevano il riconoscimento di royalty proporzionate allo sfruttamento streaming dei loro lavori, analogamente a quanto avviene nei canali televisivi tradizionali. Ma perché ciò sia possibile è necessario avere maggiori informazioni sui servizi di streaming.

Lo sciopero della WGA (Writers Guild of America), che riunisce gli sceneggiatori, si è concluso il 27 settembre e quello del SAG-AFTRA (Screen Actors Guild – American Federation of Television and Radio Artists), che riunisce attori e artisti radio televisivi, è terminato il 9 novembre.

La pubblicazione dei dati da parte di Netflix è un risultato di questi scioperi e potrà essere utile anche ai lavoratori e lavoratrici europei dell’audiovisivo e non solo.

In vista dell’applicazione della nuova legge sul diritto d’autore, se la trasparenza diventasse una pratica diffusa presso editori, distributori e simili potrebbe facilitare la fissazione di compensi equi per chi lavora nelle diverse professioni creative.

Anna Soru
Nessun tag

ARTICOLI CORRELATI

Lascia un commento

Netflix più trasparente. Quali effetti per chi lavora nell’audiovis…

di Anna Soru tempo di lettura: 3 min
0