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Ape social? I freelance sono esclusi

18 Febbraio 2020 Diritti, Lavoro, Previdenza

Indipendente? Paradiso, perché l’Inferno già passato in terra.

Quando giocavo a rugby, negli anni Settanta, il telecronista di allora ripeteva almeno una volta ogni partita la storiella del giocatore di “mischia” che, presentandosi al giudizio del castigo o del premio Eterno, veniva indirizzato al Paradiso, perché l’Inferno l’aveva già passato in Terra. Io, non giocando in Prima Linea, difficilmente avrei potuto ambire a un simile trattamento di favore. Ma ora come lavoratore Indipendente potrei farci un pensierino, visto che l’Inferno di non essere più Dipendente lo dovrò scontare fino alla Fine.

Parliamo ad esempio di APE Social, ovvero lo strumento di accompagnamento alla Pensione di quei lavoratori Non Occupati, prossimi alla Pensione di Vecchiaia (63 anni) con un quantum di versamenti (30 anni) che è quasi impossibile ricondurre a politiche “Occupazionali”.

Forse è proprio questo lo strumento di cui parlammo quel 24 Aprile 2015 con l’allora Presidente dell’INPS Tito Boeri, nell’incontro cui partecipammo (come ACTA, parte della Coalizione 27F) al termine di un coinvolgente Speakers’ Corner sotto le sedi INPS.

Be’, incredibile, l’APE Social è Social solo per i Lavoratori Dipendenti. Che nell’identificare i papabili a tale misura, pur includendo gli iscritti alla Gestione Separata, i Legislatori restringono il campo a coloro che “si trovano in stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento …” (vedi Decreto Attuativo).

Ma chi non si può licenziare da solo, semplicemente non riesce a lavorare, perché non trova committenti, pur rendendosi disponibile (anzi di più, urlando “SONO DISPONIBILE AL LAVORO!”, sussurrando sensuale “Sono disponibile al lavoro”, minacciando “Ti faccio una proposta che non puoi rifiutare. Sono disponibile al lavoro. BANG!”) ha meno necessità di essere “anticipato”? Forse basterebbe aggiungere dopo la parola Licenziamento: “O in mancanza di committenze, per i Lavoratori Autonomi” (per un certo numero di mesi, sotto un certo reddito, ecc. ecc.).

E ci dovrebbe essere un’eccezione per il requisito dei 30 anni di contribuzione per tutti coloro che hanno sempre lavorato come freelance, visto che la gestione separata esiste dal ’95 ovvero da 25 anni!

Aggiustiamo quest’APE poco Social e niente equa, insieme alla reiterata richiesta di rimozione del vincolo di dover maturare 1,5 volte l’assegno sociale, come requisito minimo per avere accesso alla pensione DI VECCHIAIA ORDINARIA (per coloro che non hanno versamenti prima del 1995), per muoversi davvero verso Ipotesi di Omogeneizzazione dei trattamenti pensionistici (in questo caso si aiuterebbe pure nella definizione di Disoccupato con Partita Iva).

Eviteremmo la possibilità che, come l’INPS, anche San Pietro sia rimasto al Novecento e in Paradiso ci mandi solo i Lavoratori Dipendenti. “CROUCH, TOUCH, ENGAGE!” (parole dell’arbitro per guidare le due Prime Linee nella mischia..)

Fabio Massi

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di Fabio Massi tempo di lettura: 2 min
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