#500schiavi non sono innovazione
Il MIbac (Ministero dei beni e delle attività culturali) ha bandito 500 posti per la formazione di 500 giovani under 35 con elevate competenze (Laurea minimo 110/110, inglese B2), con un rimborso di 5.000 € lordi annui nell’ambito di molteplici discipline culturali: il bando riguarda tutti i professionisti dei beni culturali non solo archeologi, ma anche archivisti, bibliotecari, storici dell’arte, architetti, informatici.
Il bando è stato ribattezzato in rete come #500schiavi e l’Associazione nazionale Archeologi ha lanciato una manifestazione a Roma per l’11 gennaio.
Questa scelta del governo va contro ogni dichiarazione di equità retributiva, di volontà di valorizzare le professionalità, di innovazione e sopratutto va contro ogni possibile riconoscimento della dignità del lavoro e del lavoratore.
Una scelta di questo genere, compiuta dallo Stato, determina una depressione retributiva e di compensi di lavoratori e lavoratrici autonomi e dipendenti e annulla qualunque possibilità di rilancio delle professioni culturali e di difesa in una dimensione di equità di diritti e di accesso al lavoro di chi le esercita.
E’ per questo che anche Acta, da sempre impegnata contro la svalorizzazione del lavoro cognitivo e creativo, aderisce alla manifestazione e intende contribuire alla sua ottima riuscita.