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La lettera scomparsa: ACTA denuncia le politiche INPS!

3 Maggio 2010 Diritti, Malattia, News, Previdenza, Vita da freelance

Dov’è finita la fantomatica “busta arancione” che l’INPS doveva mandare ai contribuenti?

Il governo cela la verità su pensioni dei cittadini e tutele per i professionisti autonomi! I governi di destra e di sinistra sono d’accordo almeno su una cosa: meglio non eccedere in trasparenza sul Welfare previsto per i lavoratori professionali autonomi e chi rientra nel “sistema contributivo”!!

 

L’anno scorso, il ministro Sacconi ha annunciato in due occasioni che entro il 2010 l’INPS avrebbe mandato a ogni contribuente una “busta arancione” con un estratto conto sullo stato dei suoi pagamenti previdenziali. Sull’esempio della Svezia, ogni italiano avrebbe conosciuto le proiezioni riguardo alla pensione che può aspettarsi a fine carriera. Quest’anno l’INPS ha smentito la promessa: nessuna busta, nessuna informazione.

 

ACTA DENUNCIA L’ENNESIMA AZIONE DI ABBANDONO E DISINTERESSE PER IL LAVORO PROFESSIONALE AUTONOMO. ACTA DENUNCIA QUESTA COPERTURA!

 
Come mai si è preferito non mantenere la promessa? Forse perché è meglio che molti italiani non si rendano conto di quale Welfare li aspetti. Noi una percezione l’abbiamo già, poiché siamo soggetti a un sistema previdenziale fortemente sperequato.

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Per noi il rapporto tra contributi obbligatori e pensioni si configura come una vera truffa.

Chi è senza Albo paga più di chiunque altro per avere poco o niente in cambio. L’INPS sbandiera bilanci in attivo, ma nasconde ai cittadini ciò che fa per ciascunodi loro. In particolare, evita con cura di farlo sapere agli autonomi iscritti allaGestione Separata, che pagano al posto di altri. Più in generale, addossa allegiovani generazioni i costi dei privilegi erogati in passato e delle storture attuali,offrendo a loro assistenza oggi e pensioni domani davvero indecorose.

Nessuno vuole ammettere verso che futuro andiamo e che pensioni avremo.

Prima erano contributi, ora “è una tassa”. Ma colpisce soltanto qualcuno

Il sistema previdenziale ha più di uno scheletro nell’armadio. Gli elementi di discriminazione e di incoerenza si sommano.LEGGE NON UGUALE

I lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata dell’INPS sono tenuti a pagare contributi pensionistici (con l’aliquota del 26,72%, la più alta di ogni altra categoria!), ma l’obbligo prosegue anche quando in pensione ci sono finalmente entrati. Un contributo INPS piuttosto anomalo!

La Corte di Cassazione ora spiega: non è un contributo, ma «una tassa aggiuntiva su determinati tipi di reddito […] per “fare cassa” e costituire un deterrente economico all’abuso di tali forme di lavoro» (Cass. Civ. SSUU, 3240/10).

Più chiaro di così non si può!

Diciamolo apertamente. Se è una tassa e non un contributo viola due volte la Costituzione poiché la paghiamo soltanto noi ed è una tassa regressiva (proporzionale fino ai 90.000 euro, non è poi dovuta per il reddito ccedente). Semplificando: i ricchi pagano meno.

Cass. Civ. SSUU, 3240/10

La crescita nel tempo dei contributi per la Gestione Separata INPS non ha uguali: +260% in 14 anni.

Alle categorie supertutelate non si chiede molto, anzi talvolta si regala; ma chi non ha sufficiente voce diventa un Bancomat a cui rivolgersi per quadrare i conti pubblici. Il mondo politico ha trovato la soluzione ai problemi di bilancio: pagano gli iscritti alla Gestione Separata.

Agli altri la cassa integrazione, a noi più tasse!

I professionisti senza Albo versano contributi con l’aliquota più alta in Italia: 26,72%! Per artigiani e commercianti è il 20% circa, per i professionisti con cassa privata il 12-14%. I dipendenti solo formalmente hanno aliquote più alte: secondo uno studio del CERM, utilizzando la stessa base di calcolo dei professionisti della Gestione Separata la loro aliquota scende dal 30-33% al ±24%. Un “coefficiente di trasformazione” inefficace, agganciato perfino a un PIL con crescita negativa, significa che le pensioni saranno del tutto insufficienti a sopravvivere. Dopo il danno, la beffa.

È apartheid previdenziale. Vi piace?

Chi ha una posizione presso la Gestione Separata è addirittura discriminato: non può trasferire su altre gestioni quanto versato a questa cassa, né raggiungere gli anni necessari alla pensione di vecchiaia cumulando versamenti effettuati presso altre gestioni. I casi sono moltissimi e li testimoniano gli stessi iscritti ad ACTA.

Per difendere i nostri diritti ACTA e il suo Gruppo di Comunicazione ha dato vita a una iniziativa di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, informando in primo luogo la stampa e la politica, e pubblicando nei nuovi canali Web 2.0 di ACTA questa denuncia.

A dicembre abbiamo già ottenuto una piccola, ma importante, vittoria: grazie a una nostra azione di protesta il Governo ha fatto marcia indietro rispetto a un tentativo di inasprire ulteriormente l’aliquota INPS già altissima. ACTA non chiede privilegi, ma una Previdenza equa dove non ci siano “figli e figliastri”.

In questa campagna di sensibilizzazione ci ha risposto con interesse Il Corriere della Sera, che ha pubblicato la nostra denuncia. Se vuoi moltiplicare l’effetto di questa azione informativa diffondi pure i materiali che ti mettiamo a disposizione. Ti ringraziamo per il sostegno.

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Grazie a Dilva Giannelli per il lavoro di art direction nella costruzione dei materiali di comunicazione esterna e a Giuliano Tedesco per l’attività di copywriting. Grazie anche alle molte persone che hanno collaborato, nelle retrovie e online, per la creazione e il successo di questa “minicampagna”.

ACTA

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6 Commenti

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  4. Mara

    Reply

    …la mia debole vista si appella al vostro buon cuore ….
    “fate diventare blu…le scritte in giallo” ;-)) GRAZIE MILLE

    29 Giu 2011
  5. Julio

    Reply

    Per chi ha il pin d’accesso all’inps e può vedere l’estratto conto online, c’è il software Carpe PC a disposizione nel sito inps con cui si può calcolare lo stato pensionistico attuale (penso sia quello usato dai patronati). Provate a scaricarlo anche se il risultato è la cifra attuale della propria pensione e non di quella futura. Ma tanto vale, cambieranno ancora cento volte la legge sulle pensioni (mai per abbassare quelle altissime, è chiaro)

    3 Ott 2013

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La lettera scomparsa: ACTA denuncia le politiche INPS!

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