Keywords ignora richieste di contrattazione collettiva
4 Aprile 2025 Dal mondo, Diritti, Lavoro, Traduzioni tecniche, Vita da freelance
Settore della localizzazione di videogiochi sempre più insostenibile per le persone freelance — Il colosso Keywords ignora le richieste di contrattazione collettiva
Keywords International Limited, agenzia che si avvale di collaborazioni freelance per fornire servizi di traduzione e servizi annessi per videogiochi alla clientela finale, recentemente acquisita dall’equity fund EQT, è uno dei giganti del suo settore, nonché lampante esempio di come la corsa ai profitti avvenga spesso a spese di chi lavora.
È possibile creare un business redditizio eppure sostenibile per tutte le parti in causa? A dicembre 2024, le associazioni di traduttori e traduttrici freelance ACTA Tramiti (per l’Italia) e AVTE (per l’Europa), hanno tentato di aprire un dialogo con Keywords, incontrando ad oggi solo un muro di silenzio.
L’antefatto: chi è Keywords
Tramiti (TRAduttrici e traduttori Multimediali ITalianI) è la sezione di ACTA nata spontaneamente in una comunità di freelancer della traduzione multimediale (sottotitoli, videogiochi ecc). Keywords, uno dei principali fornitori di servizi sul mercato, è nota per essersi imposta sulle agenzie rivali applicando la logica del profitto prima di tutto, a scapito della sostenibilità e del rispetto di dipendenti e collaboratori esterni.
La prassi più perniciosa di Keywords consiste nella politica di “merge & acquisition” con cui fagocita sistematicamente realtà più piccole e “umane”, limitando sempre più le possibilità di collaborazioni alternative per chi volesse guadagnarsi da vivere traducendo. Il culmine di questo processo si è visto la scorsa estate: in preparazione dell’acquisizione di Keywords stessa da parte dell’equity fund EQT, sono state licenziate 31 persone dipendenti senza altro motivo se non quello di aumentare il già elevato margine di profitto dell’azienda.
La situazione di traduttori e traduttrici freelance
Le collaboratrici e i collaboratori freelance, pur non toccati direttamente dai licenziamenti, risentono di un continuo degrado delle condizioni di lavoro e retribuzione. Dalle testimonianze di varie socie e soci ACTA che collaborano con questo fornitore in qualità di freelancer, è emerso un quadro assai sconfortante:
- I collaboratori “ereditati” da piccole agenzie con l’acquisizione e che hanno conservato tariffe dignitose ricevono di rado proposte di progetti.
- C’è un costante turnover in cui chi ha tariffe superiori e non è disposto a renderle “competitive” viene periodicamente rimpiazzato con nuove leve inesperte che accettano tariffe più basse semplicemente perché non hanno la misura di cosa costituisca una tariffa vivibile e si affidano all’agenzia. Questo processo si ripete con tariffe sempre al ribasso.
- In passato, alcuni collaboratori sono stati indotti ad accettare tariffe “entry level” molto basse con la prospettiva di un adeguamento periodico in base all’esperienza accumulata. Tale adeguamento si è rivelato dapprima di entità trascurabile e poi non più negoziabile all’atto pratico. Di conseguenza, molti collaboratori esterni con anni d’esperienza nell’azienda lavorano ancora a tariffe entry level, per una retribuzione mensile pari a quella di lavoratori non specializzati alle prime armi.
- Più recentemente, per giustificare tariffe ai minimi di mercato, si adotta la “logica del grossista”: accettando una tariffa minore, si può lavorare su più progetti (non che venga fornita una garanzia in tal senso) e dunque raggiungere una retribuzione pari se non maggiore. In questa retorica entra in gioco anche la pratica dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, che giustificherebbe una tariffa pari a due terzi di quella di traduzione pura con la motivazione che chi traduce non partirebbe da “zero”. Peccato che, nell’ambito delle traduzioni multimediali, l’aiuto dell’IA sia molto più ipotetico che reale (si veda la Dichiarazione sull’IA generativa).
- La situazione in cui si ritrova chi lavora con Keywords non è dannosa solo per la scarsa remunerazione in sé, ma anche perché intrappola il traduttore freelance in un circolo vizioso: per raggiungere un guadagno adeguato a vivere, deve oberarsi di lavori mal pagati e non gli rimangono tempo o energie per cercare (sempre più rari) clienti migliori.
I tentativi di contrattazione collettiva
Per confrontarsi su questa situazione, AVTE (Audiovisual Translators Europe, l’associazione ombrello di associazioni nazionali di traduttori audiovisivi dell’Europa e oltre) e in particolare ACTA Tramiti hanno inviato comunicazioni via posta elettronica al Resource Management di Keywords International Limited, rispettivamente il 13/12/2024 e il 20/12/2024, con richiesta di follow-up il 03/02/2025.
In queste comunicazioni, si esprimeva il disagio delle socie e dei soci freelance che collaborano con Keywords e si invitava l’azienda a cercare insieme un modello di business alternativo sostenibile per entrambe le parti, che potesse diventare un esempio virtuoso per l’intero settore.
In particolare, ACTA Tramiti chiedeva per il pool di freelancer italiani di fissare una tariffa minima dignitosa per l’entry level, trasparente e negoziabile al rialzo, onde evitare lo sfruttamento delle nuove leve e la concorrenza sleale, e una riconsiderazione dei nuovi sistemi di assegnazione automatizzata dei progetti, che ricorda i meccanismi di sfruttamento dei rider e di altri lavoratori della gig economy.
Ad oggi, Keywords non ha dato risposta né ad AVTE né ad ACTA Tramiti, che dal canto loro continueranno a denunciare le pratiche insostenibili nel settore della traduzione.
Comunicato stampa in lingua inglese sul sito di AVTE
Fonti/Contatti:
ACTA, associazione di freelancer di cui Tramiti è sezione: www.actainrete.it
Account social di Tramiti: LinkedIn: company/tramiti-acta, Instagram: tramiti_it
AVTE – Audiovisual Translators of Europe: avteurope.org