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Le avventure di Astolfa, biofreelance – 16a e ultima puntata

24 Giugno 2016 Vita da freelance

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Dalla penna di bulander alle pagine di Actainrete.it.
Un inedito racconto a puntate, ogni venerdì, per sorridere e prepararsi al meritato weekend.
Cover di Marilena Nardi.

Sedicesima e ultima puntata

[Se te la sei persa o vuoi rileggerla, qui trovi la quindicesima puntata.]

Mangiavetri fu condannato in contumacia a dieci anni di reclusione. Astolfa, presente al processo, era riuscita a convincere la corte che era stato lui a combinare tutto a sua insaputa, lui ad avere l’idea di reclutare Hollandér, lui a farlo uscire clandestinamente dal Canada ed a farlo entrare in Italia, lui a convincerla di compensarlo con il 25% degli utili, lui ad aver avuto l’idea di organizzare il recital di Glen-gul. Non solo, ma aveva insinuato pure il sospetto che Mangiavetri fosse anche lui, come il sarto, incline a certi “vizietti”. Non era carina come deposizione ma la strategia difensiva le era stata suggerita dal celebre avvocato penalista che le aveva procurato il fratello.

“Per salvare l’onore della famiglia, ti faccio questo piacere. Però tu smetti di chiamarmi ‘deficiente di un bocconiano’, intesi?”.

François, riportato in Canada dall’Interpol, era stato condannato per espatrio clandestino e messo in carcere ma era uscito subito dietro pagamento di una colossale cauzione.

Per rimettersi dalle batoste e riacquistare un po’ di serenità, Astolfa decise di tornare sull’Appennino per un paio di settimane, avrebbe rivisto vecchi coloni, la simpatica tipa del Ripopolamento Orsi, quella che l’aveva protetta dai ricatti dei funzionari dell’Agenzia delle Entrate, avrebbe curiosato nei pressi della sua vecchia radura e magari attinto dell’acqua pura dal suo vecchio pozzo per berla avidamente. Ma dopo un paio di giorni che stava da quelle parti le arriva sul cellulare la convocazione urgente per un Consiglio d’Amministrazione straordinario della sua società: all’ordine del giorno l’offerta di acquisto da
parte del gruppo Bentonton di Mogliano Veneto. Per un prezzo ridicolo.

Subito dopo squilla il cellulare, è suo fratello: “Questi banditi pretendono di comperarci per quattro soldi. Invece, ieri la nostra banca ha approvato la mia proposta di salire al 50% e di fare un aumento di capitale. Quindi tu ci vendi l’equivalente e così siamo alla pari, cinquanta noi e cinquanta tu. Finalmente la nostra famiglia si ricompone, chissà come sarebbero contenti papà e mamma
se fossero vivi. E lasciamo i Bentonton con un palmo di naso, quei furfanti.”

“Fàmmici pensare.”

“Ma noi dobbiamo decidere entro tre giorni! Non avrai mica dei dubbi? Svenderesti a quei mascalzoni?”

“Io non ho fatto la Bocconi, sono lenta nelle decisioni. Entro due giorni ti do la risposta, stai tranquillo.”

Chiusa la conversazione, Astolfa comincia a ragionare: “Cinquanta o non cinquanta, questo fratello non me lo tolgo più dai piedi. Senza il sarto dove andiamo, che facciamo? Se lui vuole la metà del capitale, avrà sicuramente qualche idea. Io non ne ho e nemmeno ho i soldi per l’aumento di capitale. Rischio di trovarmi sempre a dover subire le sue iniziative. Mi aspetta un futuro
da incubo.”

A pranzo con la tipa del Ripopolamento Orsi, davanti a un piatto di bucatini all’amatriciana, Astolfa continua nei suoi ragionamenti:

“Ma chi me lo fa fare? Io vendo tutto, per poco che mi paghino, riesco a vivere di rendita una decina d’anni. E sono libera! Libera da cani, modelli, sarti, fratelli, indiani maori, pappagalli. Libera, capisci, libera… torno a fare la freelance, non debbo pensare
a niente, mollo tutto al commercialista… liberaaaaaaa!”

La sua commensale ride e picchia un formidabile pugno sul tavolo “Brava, perdio! Così ti voglio! Sempre pronta a ricominciare! E che andrai a fare? La freelance, ma su quale mercato? Farai la consulente, la pubblicitaria, la web designer, l’interprete, che ne so, la guida turistica?”

“Già”, interviene Astolfa, “la guida turistica, perché no? A Pompei. A me è sempre piaciuta la storia antica, i Romani, i barbari, il ratto delle Sabine, i gladiatori…”

“Vedi che ti ho dato l’idea? Ti verrò a trovare, dirò ai miei amici: vado a Pompei a trovare una mia amica che lavora come guida turistica…”

“A partita Iva!”

E fecero tintinnare i bicchieri della seconda bottiglia di Montepulciano d’Abruzzo…

FINE

 

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di ACTA tempo di lettura: 3 min
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