Aprire una nuova fase. Aprire ACTA
2 Settembre 2025 Compensi, Diritti, Eventi, Genitorialità, Intelligenza artificiale
Il 6 settembre voteremo per un nuovo Consiglio Direttivo. In questo post, anziché degli eventi che hanno portato ad anticipare le elezioni, vogliamo ragionare sul futuro di ACTA. Per questo lanciamo il cuore oltre le divergenze e proponiamo a socie e soci le nostre idee per i prossimi tre anni di lavoro.
Una nuova fase si è aperta
Il mondo del lavoro non sarà mai più lo stesso, perché il mondo non lo è più. La mediazione degli interessi lascia il passo alla volontà di sopraffazione di chi è potente verso chi è debole: lo vediamo nelle vicende internazionali, ma tutti i giorni lo respiriamo nella nostra vita, lavorativa e privata. Mentre l’intelligenza artificiale procede a cambiare le regole del gioco a velocità mai viste prima.
Nel mare in tempesta noi siamo le barche più piccole: siamo le più a rischio, ma anche le più sensibili ad avvertire il cambiamento. Qui c’è il pericolo, ma anche l’opportunità. Possiamo essere solo il bersaglio delle trasformazioni o diventare l’avanguardia del cambiamento: molto dipende da noi.
Aprire ACTA
Sarà importante continuare a combattere per le nostre rivendicazioni storiche – welfare, compensi, diritti, fisco – ma allargando il più possibile il fronte. È sempre meno netta la distinzione tra freelance che lottano contro l’abbassamento delle tariffe, impattate dall’IA, e dipendenti, magari a tempo determinato, che vedono il proprio lavoro minacciato da ChatGPT e i suoi fratelli. D’altra parte, le possibilità di collaborazione tra freelance e dipendenti per migliorare le condizioni di lavoro di tutti e tutte sono già una realtà: pensiamo al gruppo di lavoro che ha scritto la Guida di Redacta e alla mobilitazione per Keywords, partita dopo una sfilza di licenziamenti.
Sarà importante portare il nostro punto di vista in tutte le sedi e gli spazi che vogliono difendere la dignità del lavoro come tratto irrinunciabile dell’essere umano. Sarà necessario continuare a collaborare a livello nazionale e internazionale con associazioni a noi vicine. Sarà importante entrare in relazione con le istituzioni nazionali ed europee per far conoscere le nostre proposte a un pubblico ampio.
Sarà fondamentale aprire le attività dell’associazione a socie e soci. Questo ci renderà più forti e capaci di contare: abbiamo bisogno di tutte le forze disposte a non stare alla finestra. Vogliamo, infatti, agevolare la comunicazione con e fra le persone associate con nuove modalità, fra cui la possibilità di partecipare alle riunioni del CD.
Che fare?
È una domanda difficile, perché riguarda un futuro molto incerto. Ma vent’anni di ACTA qualcosa ce lo insegnano: quando abbiamo pensato in grande abbiamo vinto. È stato così quando abbiamo scritto il nostro Manifesto e inserito i freelance nell’agenda della politica, nella battaglia vinta contro l’aumento della contribuzione INPS nel 2015; nell’approvazione dello Statuto del Lavoro autonomo nel 2017; nella nascita di Redacta e Tramiti, esperienze sindacali che hanno promosso la “cospirazione” in mercati dominati dalla competizione, al ribasso, tra chi lavora. Le Sezioni sono, in sostanza, prototipi di un nuovo modo di agire collettivamente e nei prossimi anni ci impegneremo a fondarne di nuove, per intervenire su uno spettro sempre più ampio di settori e professioni.
Welfare: un fronte istituzionale
Sul Welfare l’attenzione sarà rivolta ai nostri obiettivi tradizionali, tutele universalistiche per scardinare un sistema che tratta ognuno in modo diverso a seconda della cassa, del contratto, dell’anno di nascita. Oltre alle battaglie che portiamo avanti da 20 anni sulle tutele della genitorialità, della malattia e della disoccupazione, lotteremo per:
- l’introduzione di una pensione di base per chi è interamente nel sistema previdenziale contributivo e non può più contare sulla vecchia pensione minima
- l’accesso alle prestazioni sociali di chi versa su più casse previdenziali e che a causa dei vincoli esistenti riceve prestazioni ridotte o ne è addirittura escluso. Continueremo, insomma, a seguire il filo degli incontri “Un piede in due casse”, che sono già stati un modo per allargare la nostra base e rafforzare le nostre alleanze.
Difesa dei compensi: le prime esperienze
Le azioni sui compensi seguono diverse direzioni, a seconda dell’ambito di mercato in cui si opera. Direzioni che fanno leva su leggi e regolamenti, sulla possibilità e capacità di contrattazione collettiva e sulla contrattazione individuale.
- Non esistono norme specifiche a tutela dei compensi delle persone freelance, tuttavia anche il nostro lavoro dovrebbe ricadere nell’ambito dell’applicazione dell’articolo 36 della Costituzione.
- Nei mercati dominati da poche grandi committenze, uno strumento rilevante può essere la contrattazione collettiva, a partire dalle linee guida della Commissione Europea per persone freelance senza dipendenti. L’attività svolta da Tramiti in questi ultimi anni ha aperto, per le traduttrici e i traduttori multimediali, un percorso non ancora terminato, che potrà essere utile anche per freelance di altri settori.
- Nei mercati in cui è importante il ruolo del pubblico, come committente o finanziatore (ad esempio nell’audiovisivo e nell’arte), dovrebbero essere introdotte clausole che vincolino al rispetto di compensi e condizioni di lavoro definiti con le associazioni di rappresentanza.
- È importante per chiunque poter disporre di giusti compensi di riferimento. In questa direzione il lavoro pionieristico svolto da Redacta con la Guida per i compensi dignitosi e la creazione di un calcolatore potrà essere ulteriormente sviluppato grazie al confronto con iniziative analoghe (nazionali e internazionali), e si presta a essere esteso ad altre attività lavorative (con l’ausilio di una indagine ad hoc).
Diritti: una nuova frontiera
L’ambito del lavoro autonomo è storicamente privo di un sistema di tutele analogo a quello del lavoro dipendente, su questo ACTA è impegnata da anni. Ma oggi i cambiamenti tecnologici in atto impongono un nuovo approccio al tema della difesa dei diritti.
Negli ultimi anni sono intervenute nuove direttive europee (direttiva sul copyright, Ai Act, direttiva sulla trasparenza salariale) la cui applicazione è tuttavia al momento limitata e che comunque non affrontano in maniera chiara ed esaustiva le sfide poste dall’IA generativa.
Si pongono più questioni:
- la tutela dei contenuti utilizzati per addestrare i modelli di IA: tali modelli vengono sviluppati e perfezionati sfruttando enormi quantità di dati e contenuti, perlopiù senza l’autorizzazione di chi quei contenuti li ha creati. Gli autori dovrebbero avere il diritto di prestare o meno il consenso all’utilizzo delle proprie opere per l’addestramento dell’IA;
- la difesa del diritto d’autore riferita a contenuti che sono modifiche di quanto creato con l’IA generativa: i contenuti prodotti dall’IA generativa sono frutto della ricombinazione statistica di dati preesistenti; i creatori delle opere sfruttate a tale scopo dovrebbero quindi vedersi riconosciuto il diritto d’autore, sia sul piano morale, sia su quello economico;
- la difesa dell’immagine e della voce: come ormai noto, alcuni modelli di IA generativa sono in grado di replicare le fattezze e la voce di una persona. L’uso spregiudicato di una simile tecnologia rappresenta una minaccia per il lavoro di attori e performer (si pensi al grande sciopero del 2023 che per mesi ha visto scendere in strada tantissimi professionisti dello spettacolo in America), ma chiunque può essere vittima di contenuti multimediali deepfake e identità clonate, tanto che in Danimarca è stata approvata la prima legge che introduce il copyright sul corpo e sulla voce delle singole persone;
- la difesa dei compensi (l’IA è utilizzata come arma per giustificare tagli nei compensi che non derivano da un’effettiva riduzione dell’impegno lavorativo): nella stragrande maggioranza dei casi, i contenuti prodotti dall’IA generativa sono pieni di errori, imprecisioni, allucinazioni e goffaggini di vario genere, ed è indispensabile un massiccio intervento umano per renderli presentabili e fruibili. Questo intervento correttivo, noto in vari ambiti come “post-editing”, non offre alcun risparmio di tempo apprezzabile rispetto a un lavoro svolto interamente da un professionista umano; al contrario, risulta spesso ben più lungo, faticoso e sfibrante, e tuttavia solitamente è pagato meno.
La votazione è partecipazione
Chiudiamo il nostro post con un appello ad esserci, già nell’assemblea del 6 settembre, per votare il nuovo Consiglio Direttivo.
Apriamo l’associazione al contributo di tutti e tutte per aprire una nuova fase di lavoro insieme.
Le candidate e i candidati alla Presidenza e al Consiglio direttivo di Acta
Mattia Cavani, Giada Riva, Elisabetta Biagiola, Giovanni Campanella, Pat Carra, Mirta Cimmino, Silvia Gola, Titti Lucibello, Anna Soru, Ugo Testoni

















