ISCRO 2023: una misura per pochissime persone, quasi nessuna
27 Settembre 2024 Ammortizzatori sociali
Gli ultimi aggiornamenti sull’ISCRO sono davvero sconfortanti. I dati sull’ammortizzatore sociale per le professioniste e i professionisti autonomi iscritti alla Gestione Separata dell’INPS sono rintracciabili nell’ampio rapporto INPS, pubblicato il 24 settembre 2024. Leggendo il rapporto e le sue appendici alla ricerca di dati su ISCRO, scopriamo che:
• nel 2023 hanno beneficiato di ISCRO 464 persone, pari allo 0,1% delle professioniste e dei professionisti autonomi iscritti alla gestione separata INPS,
• ricevendo 3 milioni (approssimati per eccesso perché indennità massima è di 5600 euro, che moltiplicato per 464 dà 2,6 milioni),
• a fronte di contributi versati per 25 milioni, con un saldo positivo per l’INPS di oltre 22 milioni.
Che cosa riporta il testo del rapporto
A pag. 155 si trova la seguente tavola:
Colpiscono tre cose:
- Il crollo delle domande presentate e degli importi pagati.
- Il fatto che non compare il numero delle domande accettate, ma di quelle respinte che sono nettamente maggioritarie. Le domande accettate vanno calcolate per differenza.
- La mancanza di ogni riferimento alle entrate (diversamente da quanto accade quando si parla di NASPI, l’ammortizzatore sociale per le lavoratrici e i lavoratori dipendenti).
Una ricostruzione del quadro di ISCRO e degli altri ammortizzatori sociali
Per ricostruire i dati mancanti e tentare un minimo di comparazione di ISCRO con gli altri ammortizzatori sociali esistenti (NASPI per dipendenti, DIS-COLL per co.co.co. e ALAS per chi lavora nello spettacolo), è stato necessario spulciare gran parte dei materiali pubblicati dall’INPS.
Il risultato è la seguente tavola:
Da questa tavola emerge che:
- ISCRO è la misura meno utilizzata, non solo in termini assoluti, ma anche in proporzione alla platea di lavoratrici e lavoratori a cui si rivolge (meno dell0 0,1%, contro il 3% della DIS-COLL e il 16% della NASPI).
- Tutti gli ammortizzatori sociali per chi lavora in autonomia (ISCRO, DIS-COLL e ALAS) sono in forte attivo, mentre la NASPI è in grandissimo deficit.
Conclusioni
Poiché ben sappiamo che la situazione di disagio lavorativo può interessare le lavoratrici e i lavoratori autonomi quanto e più delle persone dipendenti è evidente che ci sono elementi che ostacolano l’accesso di chi lavora in autonomia agli strumenti di supporto.
In particolare:
- Mentre tutte le lavoratrici e i lavoratori dipendenti e le imprese datrici di lavoro sanno che esiste la NASPI, poche persone che lavorano in autonomia sanno dell’esistenza di ISCRO, DIS-COLL e ALAS, come conferma un nostro recente sondaggio, quindi il numero di chi richiede le indennità previste è limitato;
- Le misure per chi lavora in autonomia (in particolare ISCRO e ALAS) presentano troppi vincoli all’accesso. ALAS nel 2024 è stato sostituito dall’indennità di discontinuità e ISCRO è stato riformato dopo i tre anni di sperimentazione con la legge di bilancio per il 2024, attenuando alcune delle condizioni di ammissione, ma è probabile che ciò non sia sufficiente a rivitalizzare lo strumento e a superare l’attuale irrilevanza.
Tutte le informazioni su ISCRO nel nostro INFOPOINT.