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Perché la sentenza della Corte Costituzionale è una #SceltaInConsulta

11 Maggio 2015 Previdenza

Chi ne è favorito?

I pensionati con una pensione superiore a tre volte il minimo, quindi lontani dalla soglia di povertà. Inoltre, come osserva Chiara Saraceno su Repubblica del 7 maggio “non sono stati certo i pensionati appena sopra tre volte il minimo a ricorrere alla Corte, ma le associazioni dei dirigenti, il cui livello pensionistico è certamente, come il mio, ben sopra a quel minimo

Da ricordare che la crisi ha peggiorato la condizione economica dei lavoratori e dei disoccupati, non dei pensionati, la cui situazione è addirittura migliorata (Banca d’Italia, I bilanci delle famiglie italiane, risultati sul 2012, 27 gennaio 2014)

Chi paga?

In tanti hanno plaudito alla sentenza della Corte Costituzionale con l’idea che ci sia un Principe, costretto ad estrarre il maltolto dal suo forziere. Ma non è così, non c’è un Principe. Così come non c’è stato un appropriarsi del capitale accumulato dai pensionati, perché il nostro non è un sistema a capitalizzazione, ma a ripartizione. I nostri contributi non sono investiti per pagare le nostre future pensioni, ma sono utilizzati per pagare le pensioni in essere. I 10 miliardi e più necessari per pagare la rivalutazione a chi ha pensioni superiori a tre volte il minimo dovranno essere trovati o aumentando i nostri contributi (la minaccia dell’aumento dei contributi degli iscritti alla gestione separata non è ancora stata disinnescata) o aumentando il prelievo fiscale o riducendo altre spese. In ogni caso non sarà un Principe a pagare.

E’ equo?

E’ davvero la restituzione del maltolto, considerato che le pensioni toccate dal provvedimento erano tutte calcolate interamente con il sistema retributivo, e nella grandissima maggioranza dei casi, soprattutto quelle più alte, non coperte dai contributi effettivamente versati?

Rappresentano “diritti acquisiti” pensioni definite con un sistema non più sostenibile per il paese, ma la cui sostenibilità viene garantita a scapito delle generazioni più giovani? Giovani che non solo non potranno contare su un sistema altrettanto generoso, ma in più sconteranno un brusco innalzamento dell’età pensionabile.

E’ un diritto acquisito o la tutela di un privilegio la salvaguardia del potere d’acquisto di queste pensioni? Chi sostiene che il non riconoscimento dell’adeguamento al costo della vita a tutte le pensioni costituisca una rottura di un patto sociale, dimentica che questo patto è stato firmato solo dalle generazioni che rientrano nel regime retributivo.

E’ una priorità per la nostra previdenza?

Quando si parla di pensioni si continua a concentrare l’attenzione sui pensionati attuali o sui pensionandi. Ma le situazioni più problematiche riguarderanno i futuri pensionati che ricadranno interamente nel sistema contributivo

Aspettiamo con ansia la busta arancione, che mostrerà con chiarezza che pensioni tre volte il minimo sono per noi un miraggio. Costretti a lavorare molto più a lungo degli attuali pensionati, non potremo contare neppure sull’adeguamento al minimo (circa 500 euro), scomparso con la riforma Dini.

Va a sanare qualche squilibrio?

Tutt’altro. Nel bilancio previdenziale tra le principali voci in attivo la Gestione Separata, tra i cui iscritti nessuno beneficerà dell’applicazione della sentenza.

Tra quelle in passivo alcuni fondi che riuniscono i principali beneficiari della sentenza, come la cassa dei dirigenti, che (insieme ad altri enti privilegiati, come i fondi trasporti o elettrici) ha potuto garantire rendimenti più alti in corrispondenza di versamenti più bassi, scaricando il proprio disavanzo sull’INPS.

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6 Commenti

  1. Giulia B

    Reply

    Perfettamente d’accordo!
    vi segnalo questa sera Piazza Pulita (programma su La7) si parlerà proprio di questo!
    Ciao
    @Giuli_copy

    11 Mag 2015
  2. Giacomo Ogano

    Reply

    La consulta ha fatto un’ingiusta c.ata irrimediabile. Con gli stessi criteri l’intero sistema pensionistico Italiano è incostituzionale. Ma finchè non ci sarà ricambio generazionale nelle corti, questo è quello che c’è da aspettarsi. Campa cavallo.

    11 Mag 2015
  3. Giovanni

    Reply

    Il signore intervistato dal corriere che è uno di quelli che hanno fatto causa al fisco tramite la federmanager ha una pensione di 1600 € circa ed è andato in pensione a 54 anni. Bisogna aggiungere altro?

    11 Mag 2015
  4. Andrea

    Reply

    Io dico che dovrebbero fare una legge alla Robin hood i soldi se li trovino tra il montante attualmente a disposizione per pagare le pensioni, chi prende tanto da a chi prende poco. Altro che aumento di tassazione a chi versa già tanto per prendere poco.
    I pensionati farebbero bene a star calmi perché sono più che agevolati, parlo ovviamente di chi ha pensioni dignitose e calcolate con il retributivo.

    12 Mag 2015
  5. Norbert

    Reply

    Con immenso piacere noto che piano piano si fa strada una visione critica e ragionata sul sistema pensionistico italiano. Forse non è lontano il giorno in qui si dice chiaramente che quello delle pensioni altiissime retributive era un furto a danno dei lavoratori coperto da una casta ristretta comprensiva dei dirigenti sindacali.

    12 Mag 2015
  6. Giovanni Carzaniga

    Reply

    L’Italia sappiamo essere un paese di anziani: quando diminuirà la % di questi che godono di una pensione per la quale hanno pagato molto meno di quanto stanno incassando, questo tipo di sentenze dovrebbe venir meno. Anche perché è in forte aumento la % di persone che non gode di alcun diritto acquisito …
    Bisogna continuare a farsi sentire

    16 Mag 2015

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