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La grande beffa: aliquote più alte, pensioni più basse!

25 Settembre 2009 Previdenza

Con il 2010 ci sarà l’ennesimo aumento dell’aliquota INPS per gli iscritti alla Gestione Separata: l’ultima speranza che potesse esserci una correzione svanisce con la Legge Finanziaria.

 

Pagheremo il 26,7% del nostro reddito per NON avere una copertura malattia, per continuare a essere ESCLUSI dagli ammortizzatori sociali e per pagare le pensioni degli attuali pensionati. La Gestione Separata è infatti una delle principali voci attive della attuale gestione pensionistica e compensa il passivo di altre voci.

 

Nel frattempo le nostre prospettive pensionistiche, di per sè MISERE, continuano a deprimersi: quale sarà la rivalutazione di quanto abbiamo versato finora in un sistema ancorato all’andamento del PIL, con un PIL che nel 2009, secondo le ultime stime della Commissione Europea, peggiora del -5,5%?

Amministratore del Sistema

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10 Commenti

  1. Giorgio

    Reply

    Ho 42 anni, e un buon reddito come partita IVA ormai da 15 anni, laureato. Ciò che mi preoccupa è proprio la parte INPS. Già ora non metto via nulla. Verso una cifra piuttosto bassa in un fondo di quelli scaricabili al 25%.
    Aldilà all’ormai equiparazione ad un dipendente in termini di % inps senza nessun beneficio, ho due aspetti che vorrei fossero chiariti
    1)Perhè la quota a carico del datore di lavoro è rimasta al 4%, quota ferma a quando la % INPS era del 10%? Se si fosse mantenuto un equilibrio, o quantomeno la si alzasse, rinnovando i contratti avremmo beneficiato in modo trasparente anche nel caso di tariffa invariata. Invece ogni punto % è suk nostro groppone, se lamia tariffa non varia per due anni io perdo come reddito netto il 2%!!!

    2)C’è un modo facile per capire quale sarà la mia pensione rapportata ad oggi?
    grazie
    Giorgio

    29 Set 2009
  2. Anna

    Reply

    Facile no. occorre chiedere all’INPS il riepilogo contributivo (contributi versati rivalutati ad oggi) e moltiplicarli per il coefficiente che trasforma il montante in pensione lorda annua e che dipende dall’età in cui si andrà in pensione. Andando in pensione a 65 anni il coefficiente dovrebbe essere pari al 5,62% (aggiornato al ribasso a partire dal 2010). Se il montante fosse di 100.000 euro alla data del pensionamento (da notare che non è detto che la rivalutazione, ancorata all’andamento del PIL, consenta di mantenere il potere d’acquisto), la pensione lorda sarebbe 5.620 euro l’anno lordi o 468 euro mensili (da assoggettare alle imposte).

    30 Set 2009
  3. michele

    Reply

    Io lavoro prevalentemente per la pubblica amministrazione e non sono mai riuscito a farmi pagare la rivalsa. quando mi viene dato un incarico è sempre comprensivo di oneri previdenziali e anche di IVA: negli ulimi 4-5 anni non sono riuscito ad ottenere un aumento delle tariffe, anzi ho faticato a mantenerle invariate ed il mio reddito netto è sceso notevolmente ………

    3 Ott 2009
  4. villa diodato

    Reply

    il contributo del 4% la mia azienda e da tanto che non me lo da chiedo ma e sempre facoltativo?

    7 Ott 2009
  5. A.O.

    Reply

    E’ abbastanza evidente che i soldi versati all’INPS sono un contributo a fondo perduto, quanto meno per noi che li versiamo, visto che non ne traiamo né ne trarremo alcun beneficio. C’è un unico modo per dare uno scossone a tutta questa situazione, ed è rifiutarci semplicemente di pagare. Se lo facciamo tutti, ma proprio tutti, il segnale sarà forte. Allora forse capiranno che la misura è colma. Qui non si tratta di voler evadere, ma soltanto di chiedere che quello che la pensione che riceveremo sia commisurata a quello che versiamo – altrimenti meglio sarebbe mettere questi soldi in un piano di previdenziale privato. Ma se già il 26% all’INPS, mi dite con quali soldi mi faccio la pensione integrativa?
    È stata appena approvata una norma SCANDALOSA che consente a chi si è arricchito illegalmente di riportare i soldi in Italia senza sborsare quasi nulla, e io dovrei preoccuparmi di pagare l’INPS? Ma stiamo scherzando?

    7 Ott 2009
  6. Anna

    Reply

    sì è sempre facoltativo

    7 Ott 2009
  7. G.F.C.

    Reply

    Forse dovremmo organizzarci per farci sentire o per farci vedere dato che veniamo spesso ricordati come i lavoratori invisibili.
    In fondo cosa può importare di noi a un governo complice dell’Inps che pare abbia come unico obiettivo di riempire una cassa per risanare i suoi perenni squilibri finanziari?

    9 Ott 2009
  8. G.F.C.

    Reply

    E’ da mesi che si lavora in parlamento per modificare l’aliquota dei nostri contributi previdenziali e portarla al 20%.
    Non vorrei metterla su un piano che sa di ridicolo, ma con un’unica legge finanziaria l’aliquota dei nostri contributi è aumentata di quattro punti percentuali in un unico colpo ed è stato perfino programmato il suo aumento per gli anni successivi. Oggi per riportare il tutto nei limiti della decenza sono necessari mesi e mesi di lavoro parlamentare e nella finanziaria 2010 probabilmente un articolo dedicato al nostro problema ce lo possiamo scordare.

    9 Ott 2009
  9. Salvo

    Reply

    Concordo con giorno: la rivalsa a carico del lavoratore dovrebbe essere adeguata nella misura di 1/3 dell’aliquota e dovrebbe essere resa obbligatoria. Credo anche che bisognerebbe cominciare a dar battaglia per l’abbassamento e per la revisione dei coefficienti.
    Ringrazio ACTA per le preziose iniziative a favore dei professionisti senz’albo e per le azioni che sta mettendo in campo sui vari fronti.

    12 Ott 2009
  10. infoprodotti

    Reply

    Concordo pienamente

    16 Feb 2010

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La grande beffa: aliquote più alte, pensioni più basse!

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