#AdessoBusta: dov'è la busta arancione INPS per noi freelance?
5 Maggio 2015 Previdenza
Dal 1° maggio 2015 l’INPS ha reso disponibile sul proprio sito un nuovo servizio, denominato “La mia pensione”.
Si tratta dell’iniziativa che nel gergo degli addetti ai lavori prende il nome di “busta arancione”, ossia la possibilità concessa ai lavoratori di stimare il “quando” e soprattutto il “quanto” della loro futura pensione. Il tutto, ovviamente, sulla base delle regole oggi in vigore e assumendo alcune ipotesi di fondo, necessarie per il calcolo delle future prestazioni.
La “busta arancione”, prevista formalmente sia dalla “Riforma Dini” del 1995, sia dalla “Riforma Fornero” del 2012, registra un colpevole ritardo rispetto a molti altri paesi europei, più che per le difficoltà tecniche, soprattutto per il timore che ha avuto la politica dal 1995 ad oggi di comunicare ai cittadini dati “scomodi” rispetto alle loro attese previdenziali.
Più volte annunciata, ma sempre rinviata, diventa ora realtà, ma non per tutti il calendario è stato rispettato.
Secondo quanto promesso in fase di presentazione e quanto riportato nello stesso sito, da tale data il servizio avrebbe dovuto interessare tutti i:
lavoratori con contribuzione versata al Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti, alle Gestioni Speciali dei Lavoratori Autonomi (Artigiani e Commercianti, Coltivatori diretti, coloni e mezzadri), e alla Gestione separata
purché sotto i 40 anni di età, con almeno 5 anni di contributi versati all’attivo e in possesso del PIN per accedere ai servizi INPS online.
Abbiamo provato a verificare, ma il servizio in data 4 maggio non è disponibile per chi non ha ancora 40 anni se ha effettuato dei versamenti alla Gestione Separata, come mostra il video realizzato da una nostra socia.
Ci auguriamo siano solo problemi tecnici. Dopo tanti anni di attesa, vogliamo la busta!
4 Commenti
Alessandro
ReplyMa siete così sicuri di volerla, sta busta? Il fatto è che 0 lo puoi moltiplicare per quanto vuoi, rimane sempre 0
Anna Soru
ReplyLa vogliamo per mostrare con chiarezza (a chi fa finta di non sapere) la povertà delle pensioni contributive. Un problema che se non affrontato determinerà una bomba sociale tra 15-20 anni, quando sarà troppo tardi per intervenire.
Mimmo
ReplyFacciamo un calcolo per capire se ci si possa aspettare di poter valorizzare un po’ di più i nostri esosi contributi: fra 15-20 anni – ragionevolmente – quanti pensionati saremo, quanto l’INPS avrà in cassa (fra quello che sarà rimasto per allora e i contributi che saranno versati da lavoratori in forze, se ve ne saranno ancora) e quanto ci potremmo ripartire ?
Alessandro
ReplyAnna – certo. Quello che dici tu è doveroso, ma anche ovvio. In tutta sincerità, cosa pensi che cambierà una volta che la famigerata busta sarà visibile a tutti?