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Cronaca di una serata "precaria"

30 Aprile 2011 Diritti, Lavoro

C’è il senatore Achille Passoni stasera nella mia città: è il primo firmatario di un Disegno di Legge dal titolo “Misure di contrasto alla precarietà del lavoro“, un argomento ormai noto, motivo di dibattito negli ultimi tempi anche tra gli ACTIVISTI. Parole importanti si trovano anche nel libro Vita da freelance che sto leggendo in questi giorni. Fin dai primi paragrafi Sergio e Dario analizzano in profondità i fenomeni di precarizzazione dei rapporti di lavoro, dimostrando bene come la coalizione dei lavoratori autonomi della conoscenza possa avere degli effetti virtuosi anche per il mondo degli atipici e dei parasubordinati.

L’happening elettorale si tiene a 100 metri da casa mia, Emanuela deve correggere le verifiche di storia della II H, Lorenzino dorme e io non ho voglia di lavorare anche stasera. E poi è l’occasione per fare un po’ di relazioni pubbliche a nome di ACTA. Ci sarà il Presidente della Provincia, hai visto mai che ci scappino due parole su voucher formativi, spazi di coworking o accesso al credito per i freelance.

L’incontro prende il via con la solita introduzione “politico-social-antropologica” di prammatica, ma il moderatore ci tranquillizza, per “sdrammatizzare la serata” (dice proprio così!) verranno proiettati video e spezzoni di film a tema. Si parte con Generazione mille euro. Il protagonista, co.co.pro a 940 euro, non sa se gli rinnoveranno il contratto e si deprime, e io con lui. Segue l’intervento di Sabrina, precaria ventottenne. Ci spiega che, essendo donna, a differenza dei suoi colleghi parasubordinati maschi, “sente di più la tematica della maternità” e che la sua condizione lavorativa forse non le consentirà mai di avere figli. Nemmeno il tempo di pagare il giusto tributo ai temi della crescita zero nel nostro Paese che un altro spezzone di film incombe: questa volta è La meglio gioventù, e ci becchiamo la scena in cui Lo Cascio viene invitato dal suo professore universitario ad andarsene dall’Italia. E anche la retorica sulla fuga dei cervelli è servita! La depressione sale.

Seguono, nell’ordine, interventi di:

  • studente universitario deluso da tirocinio in azienda – le imprese non capiscono l’importanza della ricerca;
  • sindacalista CGIL NIdiL (ma i precari sono poco sindacalizzati perchè temono ritorsioni dell’azienda o perchè i sindacati non li rappresentano?);
  • atipico che descrive i suoi sei CUD diversi (cameriere, impiegato, portalettere …) e che sogna di fare l’insegnante;
  • video finale di Valerio Mastandrea che legge la “Filastrocca del precario”.

Sono ormai completamente a pezzi quando finalmente prende la parola il Senatore Passoni: excursus sulla situazione di crisi economica italiana (il Paese non ce la farà mai a riprendersi con questi tassi di crescita!), giusta critica alla politica della CIGS come unico strumento anti-crisi, poi rapida valutazione dei punti principali del suo DDL che sintetizza in:

  1. equiparazione del costo del lavoro precario a quello dipendente, in modo da rendere sconveniente per le aziende il ricorso a forme di lavoro atipiche;
  2. estensione dei diritti di welfare;
  3. concetto di compenso dignitoso minimo.

Accesso al Welfare, tariffe, compensi minimi, prestazioni miseramente ridotte al RAL: in qualche modo, questi sono gli argomenti su cui ci si confronta quotidianamente in ACTA – vedi le discussioni sulla proposta Ichino. Allora mi viene da pensare quanta vicinanza ci sia tra la mia condizione di lavoratore e quella della maggior parte dei presenti in sala. Rinfrancato, vorrei intervenire. Cerco un foglio su cui scrivere due appunti e mi cade l’occhio sulla scheda illustrativa del DDL, abbandonata sulla sedia vicina. Leggo e trasecolo:

“ART.7: Con riferimento agli iscritti alla Gestione Separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, che non risultino assicurati presso altre forme obbligatorie, l’aliquota contributiva pensionistica e la relativa aliquota contributiva per il computo delle prestazioni pensionistiche è stabilita nella seguente misura: […] 28 per cento a decorrere dal terzo anno successivo alla data di entrata in vigore della presente legge.”

AHHHH! Lo sapevo, è Treu il secondo firmatario del DDL, qui c’è il suo zampino. Penso ai 37 euro rimasti sul mio conto a novembre, dopo gli adempimenti contributivi (saldi e anticipi), e non ce la faccio, devo uscire a prendere una boccata d’aria. D’istinto mi incammino verso casa, affretto il passo: in camera, sul comodino, mi aspettano le ultime pagine di Vita da freelance. Altro respiro, altra visione, altra capacità di cogliere il cambiamento. E’ un libro bellissimo!

Federico Fischanger

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7 Commenti

  1. Dilva

    Reply

    Reddito minimo garantito per tutti, come accade in Europa, anche nella liberalissima Inghilterra. http://www.redditodicittadinanza.com/articoli/Redditominimogarantito_MicroM05.pdf

    Altrimenti lo Stato non ha senso, questa democrazia non ha senso.

    30 Apr 2011
  2. Nicola D'Agostino

    Reply

    Sì, ma poco dopo si si legge: “3. La ripartizione dell’onere contributivo di cui al comma 1 e` stabilita nella seguente misura: a) tre quarti a carico del datore di lavoro, del committente o dell’associante; b) un quarto a carico del lavoratore iscritto alla gestione separata che non risulti assicurato presso altre forme obbligatorie.”

    nda

    30 Apr 2011
  3. Cristina Zanni

    Reply

    Caro Nicola, se lavori con partita Iva gli oneri contributivi sono tutti a carico tuo. Ed in ogni caso anche se stabilito diversamente per legge (come insegna la vicenda della rivalsa)non essendoci tariffe minime (che d’latro canto con tutta la buona volontà non so come potrebbero essere stabilite: sulla base del tempo? o della prestazione e che prestazione? con il rischio che poi diventino pure massime, più che minime)qualunque ricarico sull’azienda viene ribaltato su consulente. E’ un annoso dibattito che noi di Acta facciamo da anni. Tutto ciò spesso capita anche ai collaboratori a progetto, che ben si ricordano chi ha pagato e sta pagando il famigerato amento contributivo pensato da Damiano.

    Cristina

    1 Mag 2011
  4. Nicola D'Agostino

    Reply

    Cara Cristina, ti ringrazio per la spiegazione ma purtroppo rientro proprio tra chi lavora con partita e iva e conosco fin troppo bene la insostenibile situazione attuale. La mia impressione, leggendo la proposta di legge citata, è che ci fosse nel progetto un’intenzione a spostare il peso della previdenza sul datore di lavoro. Ma forse mi sbaglio…

    dna

    1 Mag 2011
  5. Barbara

    Reply

    Scusate, non conosco nel dettaglio la proposta di legge, però sono piuttosto perplessa di fronte alla contrarietà al rialzo dei contributi. Bisognerebbe piuttosto chiedere che, di fronte al rialzo dei contributi, ci sia una revisione delle prestazioni offerte dalla previdenza. Il fatto che non abbiamo sufficiente potere contrattuale non è un buon motivo per rinunciare a ottenere qualche vantaggio, come maggiori contributi pagati in massima parte dal committente. Il potere contrattuale lo si guadagna coalizzandoci, e non per legge…

    1 Lug 2011
  6. Dilva

    Reply

    Sono a circa metà del “tomo” citato dall’autore del post:
    dopo la prima parte di Sergio, inizia una continua ripetizione delle medesime cose girate e rigirate, con infinite contraddizioni, cose vecchissime alla “Milano da bere e degli eventi” anni ’80 e super conosciute da anni, nessunissimo nuovo pensiero né, tanto meno, un’idea.
    Spero che, nella seconda parte, ci sia almeno qualche momento di novità, per ora è un libro (tomo) noioso, assolutamente inutile soprattutto per chi non è nato ieri e non si è mai lasciato “intortare” e, non di rado, per chi nasce oggi, piuttosto dannoso.
    Infatti, piace al ricchissimo e garantitissimo Aldo Bonomi.

    1 Lug 2011
  7. Dario Banfi

    Reply

    Cara Dilva, non ti conoscevo esperta di questi temi e continuo a ritenere che tu non lo sia. Questo commento così scomposto dice molto più su di te che sul libro che stai leggendo. A partire dalla capacità di discernere quali parti siano state scritte dagli autori.

    Ti consiglio – si recuperano facilmente in Rete – le valutazione fatte da chi ha qualche conoscenza in più delle tue e che ha voluto criticare seriamente il testo: Massimo Cacciari, Benedetto Vecchi, Adalberto Perulli, Angelo Pichierri, Giuseppe Berta, Elisabetta Ambrosi, Benedetta Tobagi, Oreste Bossini, Franco Amatori, Salvatore Cominu, Aldo Marchetti, Bruna Miorelli, Roberto Ciccarelli, Roberta Carlini, Aldo Bonomi.

    2 Lug 2011

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Cronaca di una serata "precaria"

di Federico Fischanger tempo di lettura: 3 min
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