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Nostre pensioni, pochi maledetti soldi e molto tardi

1 Luglio 2010 Previdenza

Anche quest’anno il Bilancio dell’INPS conferma che con la Gestione Separata – che matura un saldo positivo di 7,7 milardi di euro! – copriamo i buchi creati da categorie protette: vecchi fondi degli addetti al trasporto pubblico locale, delle aziende telefoniche ed elettriche e dai dirigenti del settore privato, ma anche il passivo di agricoltori e artigiani… Come scrive Massimo Mucchetti, in “Inps I conti segreti categoria per categoria” sul Corriere della Sera del 28 giugno 2010, le pensioni di chi ha versato contributi alla Gestione Separata sono poche, ovvero 208 mila, e basse, circa 1.400 euro l’anno! Certo si tratta di pensionati che hanno versato contributi per al massimo 15 anni, ma sappiamo bene che tutti noi potremo contare su pensioni irrilevanti nonostante il vero e proprio dissanguamento legato ai contributi INPS (quest’anno il 26% del reddito andrà a in contributi pensionistici). Pochi maledetti soldi appunto, che però chissà quando prenderemo. La manovra Finanziaria prevede delle finestre mobili che spostano il pensionamento in avanti di un anno per i dipendenti e di 18 mesi per gli autonomi. Non basta. Come riporta Milano Finanza, nell’articolo del 1 luglio 2010 “Il Governo cambia ancora le pensioni” a firma di Andrea Bassi, nel decreto anticrisi è stato inserito un emendamento che prevede l’adeguamento automatico dell’età del pensionamento ogni 3 anni e non ogni 5 anni, come deciso un anno fa, e che chiarisce, a scanso di equivoci, che tale adeguamento  riguarderà anche le pensioni di vecchiaia.

Anna Soru

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di Anna Soru tempo di lettura: 1 min
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