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Una vittoria a lungo cercata: i contributi INPS scendono al 25%!

19 Ottobre 2016 Previdenza

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Nella legge di stabilità è contenuta una misura che prevede la riduzione dei contributi pensionistici degli iscritti alla gestione separata dal 27% attuale
al 25% nel 2017.

FINALMENTE!

La nostra contribuzione tende così ad allinearsi a quella degli altri lavoratori autonomi (commercianti e artigiani a regime verseranno il 24%, ma con un minimo contributivo) e dei lavoratori dipendenti, la cui contribuzione pensionistica, se calcolata con riferimento al costo del lavoro complessivo (e non al RAL o reddito lordo)  è intorno al 25% (si veda analisi CERM per Acta).

Un provvedimento che arriva dopo quattro anni di sospensioni, spesso all’ultimo minuto, degli aumenti previsti in base alla legge Fornero e che avrebbero dovuto portare la contribuzione al 33% nel 2018.

Un provvedimento che non arriva per caso, ma è il risultato di anni di impegno.

Nel passato la Gestione Separata era stata il bancomat con cui pagare i provvedimenti più diversi, ma sempre a favore di altre categorie (riduzione dello scalone pensionistico, sostegno all’apprendistato, pagamento disoccupazione). Il tutto nell’indifferenza generalizzata di politici e mezzi di comunicazione, e con il consenso dei sindacati.

Col tempo, con numerose iniziative di mobilitazione e campagne, che hanno visto la partecipazione crescente dei nostri soci e simpatizzanti, siamo riusciti a portare il tema all’attenzione dei media e, grazie anche a un’ampia convergenza con altre associazioni, siamo stati ascoltati dal Governo.

Questa è una dimostrazione del fatto che l’unione e gli sforzi portano a grandi risultati. Se vogliamo continuare sulla strada del riconoscimento dei diritti per i professionisti indipendenti è importante sostenere chi lavora per raggiungere questi obiettivi. Ognuno è chiamato a contribuire, nel proprio interesse.

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La quota annuale è di € 50 (€ 30 per chi ha meno di 30 anni) eè è interamente scaricabile come spesa dell’attività professionale. Chi paga oggi, diventa socio per tutto il 2017.

 

Amministratore del Sistema

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18 Commenti

  1. Andrea

    Reply

    La percentuale totale esatta non è il 25% ma è 26 o 26,5 .. ed è quello che paghiamo REALMENTE!!
    Noi non possiamo scegliere di non pagare quel 1% o 1,5 % quindi è inutile non includerlo nella cifra totale, quindi parlate per favore sempre della aliquota nella sua interezza!

    Dite: pagheremo il 26 o 26,5 di cui il 25 sarà di contributi previdenziali e il resto maternità.

    Ma il 24% totale ci arriveremo .. ? mah

    Sono contento del blocco definitivo verso la follia del 33,78 %
    Grazie Acta.

    20 Ott 2016
  2. Alessandro

    Reply

    Festeggiate? Per me siete fuori se festeggiate, pagheremo uguale a prima e di pensione prenderemo meno…

    20 Ott 2016
  3. Anonimo codardo

    Reply

    Quel 1% o 1.5% contribuisce al montante contributivo oppure no ? In caso negativo sono effettivamente tasse nascoste.

    Qualche commercialista competente può rispondere ?

    20 Ott 2016
  4. Alessandro

    Reply

    Secondo me no, ma non sono un commercialista.

    20 Ott 2016
  5. Mario Panzeri

    Reply

    L’aliquota della gestione separata INPS era del 27,72%, composto da un 27% previdenziale e da uno 0,72% di quota maternità, e con la legge di stabilità 2017 passa al 26,5%, composto da un 25% previdenziale e da un 1,5% di maternità: quindi un alleggerimento netto dell’1,22% e più risorse da destinare alle iscritte che diventano madri. Gli insoddisfatti di oggi probabilmente dimenticano che fino a poco tempo fa i governi (con l’assenso dei sindacati), le rare volte in cui si degnavano di ascoltare le nostre richieste in materia di aliquota INPS, ci prendevano poi a pernacchie (la più sonora fu quella del governo Monti che programmò per gli anni a seguire un’aliquota a crescere fino al 33% oltre al contributo per la maternità). Doveroso quindi apprezzare il risultato che anche grazie all’impegno di ACTA, in primis di Anna Soru, è stato conseguito.
    Colgo l’occasione per ricordare che la legge di stabilità 2017 prevede anche la sostituzione degli studi di settore con i meno cervellotici indici di affidabilità fiscale, che non verranno più utilizzati per la stima dei ricavi/compensi e la conseguente eventuale emissione di un accertamento, nonché l’inclusione nel cumulo gratuito dei contributi (non penalizzante come la già esistente totalizzazione) dei periodi di iscrizione alla gestione separata.

    22 Ott 2016
  6. Andrea

    Reply

    Mario Panzeri mi scusi ma ..

    1°)
    26,5 % e più basso di 27,78 ma è comunque alto nel totale, rispetto al 24% degli artigiani !!!!

    2)
    “..legge di stabilità 2017 prevede anche la sostituzione degli studi di settore con i meno cervellotici indici di affidabilità fiscale..” Beh .. La informo sign. Panzeri, che ci saranno COMUNQUE una sorta di studi di settore ANCHE per il regime forfettario!! QUADRO RS del del modello di dichiarazione UNICO, ossia devi comunque conservare TUTTE le fatture riguardo a spese sostenute anche se non te le potrai scaricare, ASSURDO!!!

    27 Ott 2016
  7. Mario Panzeri

    Reply

    “Vogliamo tutto e lo vogliamo subito”: è questa, evidentemente, la logica sottesa alle osservazioni del sig. Andrea. Il massimalismo è una malattia antica che, come la storia dimostra, ha sempre prodotto risultati disastrosi, spesso esattamente opposti a quelli che miravano a conseguire i propugnatori del “programma massimo”.
    Non riconoscere l’efficacia del lavoro di ACTA, oltre a mettere implicitamente sullo stesso piano le leggi di stabilità che per anni e anni ci hanno massacrato e la prima con la quale invece si comincia a riconoscere concretamente i nostri diritti, è semplicemente assurdo (altro che l’obbligo di conservazione delle fatture…).
    La cultura del no a prescindere e del “nun m’abbasta mai” non mi appartiene, e spero che ACTA continui a svolgere un’azione finalizzata al graduale miglioramento delle condizioni dei professionisti non ordinistici: non per me, che sono ormai prossimo alla fine dell’attività professionale, ma per i colleghi che, ancora giovani (almeno rispetto a me), devono continuare a versare imposte e contributi e magari, per loro fortuna, neppure conoscono le condizioni da paria del mondo del lavoro nelle quali ha cominciato ad operare chi, come me, oggi non può che rallegrarsi e perfino soprendersi del riconoscimento formale e sostanziale della nostra dignità di lavoratori ottenuto con tanta fatica.
    P.S. Sig. Andrea, se dispone di poco spazio le sue fatture gliele conservo io (e complimenti per la Sua conoscenza, con diversi mesi di anticipo sui comuni mortali, commercialisti compresi, del contenuto del Modello Unico del 2017).

    28 Ott 2016
  8. Andrea

    Reply

    1) Il massimalismo lo sta facendo lei con questo discorso, “Vogliamo tutto e lo vogliamo subito” ma chi la mai detto?! Ho semplicemente detto che dovrebbe essere diritto come lo è per un artigiano pagare la stessa aliquota al 24% totale!

    2) Ho ringraziato acta per aver fatto in modo che quel 33% non diventasse realtà … ma non sono soddisfatto del 26,5 e non dovrebbe neanche lei se è una partita iva. A già lei è prossimo alla pensione …

    3) La compilazione del quadro RS non è gratis, alla faccia della semplificazione!

    Sign Mario Panzeri faccia poco il moralista … e abbia più rispetto per chi non la pensa come lei!

    Mai accontentarsi puntare sempre per avere quei diritti che ci spettano da tempo.

    3 Nov 2016
  9. Mario Panzeri

    Reply

    Bravo, continui a lamentarsi, sempre e comunque…

    7 Nov 2016
  10. vaizeman

    Reply

    siete veramente contenti? Auguri.

    8 Nov 2016
  11. Paolo Forin

    Reply

    Sottolineo anche che l’aliquota per i già pensionati è rimasta invariata nella sua progressione e passerà al 24%.
    O mi è sfuggito qualcosa?

    Dal 2013 siamo passati, vado a memoria, dal 18& al 20% al 22% fino al 24% prossimo venturo.

    Di questo passo nel 2018 l’aliquota supererà quella dei non pensionati.

    8 Nov 2016
  12. Karen

    Reply

    Grazie ACTA, l’unico soggetto che pensa e agisce per noi. I risultati sono davvero positivi, non solo nella sostanza, ma anche perché registrano un’effettiva inversione di tendenza: le nostre istanze sono finalmente ascoltate e in parte accolte. Siamo finalmente dei soggetti riconosciuti e questo solo grazie ad ACTA. Non mi sembra poco!

    9 Nov 2016
  13. Andrea

    Reply

    Sign. Mario Panzeri, noi freelance finiremo di lamentarci quando pagheremo il giusto e in uguale misura, lei se vuole si accontenti pure …

    9 Nov 2016
  14. Alessandro

    Reply

    Andrea, il problema è che il “simpatico” Mario presto passerà all’incasso… quindi giustamente ha bisogno che noi lavoriamo…

    14 Nov 2016
  15. Andrea

    Reply

    a si .. giusto 😉

    15 Nov 2016
  16. Mario Panzeri

    Reply

    Ma certo, avete capito tutto: sono stato all’INPS dove mi hanno spiegato che, se nel 2017 l’aliquota della gestione separata sarà del 25% più l’1,5% per la maternità, quando tra qualche anno mi ritirerò dal lavoro otterrò una superpensione che nemmeno Giuliano Amato si sogna, mentre se la stessa aliquota scendesse immediatamente di un punto percentuale dovrò darmi all’accattonaggio. Siete veramente patetici…

    17 Nov 2016
  17. Alessandro

    Reply

    Abbi almeno la decenza di ammettere che, considerando soprattutto la cospicua parte retributiva della tua pensione (sì, lo ammetto, ciò mi rende animoso), beccherai un bel po’ di più avendo versato un bel po’ di meno dei poveracci della mia/nostra generazione…
    Per inciso, a me che l’INPS mi dia o non mi dia la pensione, non me ne fotte un cazzo, poiché trovo subumano il concetto che lo stato debba “accudirmi” (molto tra virgolette), soprattutto senza che io gli abbia chiesto niente. Tra l’altro, sembra che oggigiorno sia questa la tendenza (d’altronde quando un bambino riceve un regalo mamma e papà devono pagare, anche se qua è il contrario…), però se non mi volete dare la pensione, non dovete nemmeno chiedere contributi e acconti…

    18 Nov 2016

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