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Accesso ai fondi comunitari: denuncia con Acta i #BandiBassotti

7 Aprile 2016 Acta informa, Diritti, Lavoro, Vita da freelance

Le norme europee prevedono che tutti i freelance abbiano accesso ai fondi comunitari, la legge di stabilità ha riaffermato questo principio, ma Acta riceve segnalazioni di bandi discriminatori.
Aiutateci a ricostruire una mappa delle discriminazioni! Vogliamo stimolare una discussione pubblica per prevenire ove possibile tali comportamenti, ma siamo pronti ad avviare un ricorso formale.
Scrivete a monitor@actainrete.it.

Il quadro normativo è chiaro e vieta la discriminazione dei freelance

 

La Commissione Europea utilizza una definizione estremamente ampia del concetto di impresa: considera impresa ogni entità, indipendentemente dalla forma giuridica rivestita, che eserciti un’attività economica, dove per attività economica si intende qualunque attività consistente nell’offrire beni e servizi in un dato mercato.
Un orientamento molto chiaro, richiamato in numerose raccomandazioni e regolamenti del 2013 e 2014, e confermato dal TAR, sulla base del quale tutti i fondi europei FSE e FESR devono essere aperti anche ai lavoratori autonomi, anche non organizzati in forma di impresa e senza distinzione tra professionisti con ordine e senza ordine.
Tuttavia questo orientamento è stato generalmente ignorato in Italia: in molte regioni gli enti preposti hanno continuato a limitare l’accesso ai bandi alle sole imprese (ovvero a chi esercita un’attività economica ed è iscritto al Registro Imprese delle Camere di Commercio).
Per spingere tutte le regioni a conformarsi alle regole comunitarie, il DDl – Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato collegato alla legge di stabilità 2016, introduce definitivamente nell’ordinamento nazionale la parificazione giuridica del professionista allo status di “piccolo imprenditore” quale è considerato dall’Europa.

La parificazione dei lavoratori autonomi ai piccoli imprenditori vale anche ai fini dell’accesso ai Programmi cofinanziati dai Fondi SIE (Fondi strutturali e di investimento europei, ovvero, Fondo Sociale Europeo, FSE – Fondo europeo di sviluppo regionale, FESR – Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, FEASR – Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, FEAMP).

Non tutte le Regioni hanno recepito le nuove norme

 

Ma le Regioni tardano ancora ad adeguarsi, tendono a ripetersi gli schemi del passato ed iniziano ad arrivare segnalazioni di discriminazione dei freelance.
Le prime segnalazioni riguardano i Gruppi di Azione Locale (GAL), attualmente impegnati nella delicata fase dell’affidamento del servizio per la predisposizione e attuazione del percorso partecipativo per la definizione della strategia di sviluppo locale e l’elaborazione del Piano d’Azione da attuare con la Programmazione 2014-20 nell’ambito dei rispettivi Programmi di Sviluppo Rurale (Misura 19 dei PSR). In quest’ottica si stanno quindi muovendo per l’individuazione degli operatori che abbiano le competenze e l’esperienza professionale per portare avanti queste attività nel modo più efficace possibile per le comunità rurali di riferimento.
Secondo le segnalazioni ricevute, chi indice i bandi (le cosiddette stazioni appaltanti) sta dando un’interpretazione scorretta degli artt. 34-38 e 39 del D.Lgs n. 163/2006 (Codice degli Appalti), escludendo i professionisti autonomi non registrati alla Camera di Commercio o non iscritti ad alcun albo professionale dai soggetti ammissibili alla partecipazione alle gare.

Tale interpretazione è “subdola”, non è formalizzata chiaramente nei bandi. L’esclusione dei professionisti autonomi si evince:

  • dall’impostazione dei format della documentazione da allegare alla domanda di partecipazione, che non prevedono alcuna sezione dedicata ai professionisti autonomi ma solamente riferimenti a dati e informazioni che caratterizzano imprese individuali, società e consorzi (per esempio, numero di iscrizione alla Camera di Commercio) o liberi professionisti (iscritti ad Albi o Ordini professionali).
  • Da esplicite risposte fornite ufficialmente dai responsabili del procedimento.

Aiutateci a contrastare le discriminazioni dei #BandiBassotti!

 

Tali limitazioni sono colpevolmente discriminatorie in quanto escludono, senza alcuna motivazione, tutti quei soggetti che risultano avere competenze ed esperienze per portare avanti i lavori appaltati.

Invitiamo tutti  a segnalare i bandi che escludono la partecipazione dei professionisti autonomi. ACTA intende monitorare il comportamento delle diverse Regioni, costruire una mappa che evidenzi le discriminazioni e renderla pubblica.
In un secondo tempo valuterà per quali procedere con un ricorso formale.

Per le vostre segnalazioni (che resteranno anonime), scrivete a monitor@actainrete.it.

Amministratore del Sistema

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di Amministratore del Sistema tempo di lettura: 3 min
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