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Per le partite IVA una prospettiva di morte

5 Aprile 2012 Lavoro, News, Previdenza, Vita da freelance

“Il Disegno di Legge recante disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita” … decreta la morte dei lavoratori indipendenti con partita IVA.
E’ stato reso pubblico in queste ore il testo integrale del DDL sulla riforma del mercato del lavoro e le paure sono ormai una certezza: un’impostazione che riconosce solo il lavoro dipendente e quello “atipico” cancella la realtà del lavoro indipendente e lo condanna alla morte. Almeno per due motivi.

Contribuzione pensionistica INPS dal 27 al 33% entro il 2018!
Il DDL prevede un incremento annuo di 1 punto percentuale, dall’attuale 27% al 33% nel 2018, per tutti i soggetti che versano nella Gestione Separata dell’INPS. Quindi anche per i lavoratori indipendenti con partita IVA: quelli che per intendersi si confrontano sul mercato con altri professionisti con casse indipendenti che pagano una contribuzione che si aggira mediamente intorno al 14% e molto più dei dipendenti (che teoricamente versano il 33% ma a partire da una diversa base di calcolo; nella realtà la loro contribuzione pensionistica è intorno al 25%).
Una palese violazione dell’equità, tanto sbandierata.
Ancora una volta si fa cassa con i nostri contributi, per pagare tutele (la nuova indennità di disoccupazione AsPI) da cui siamo esclusi.

Tre condizioni che cancellano la nostra condizione!
Nel DDL c’è poi un dispositivo che formalmente è contro le “false” partite IVA, ma che nei fatti rischia di cancellare i veri lavoratori indipendenti con partita IVA. Si stabiliscono infatti tre condizioni: (1) durata della collaborazione superiore a sei mesi; (2) valore della collaborazione superiore al 75% del reddito annuo; (3) postazione di lavoro presso il committente. Se ricorrono almeno due di queste condizioni il rapporto non è più indipendente e regolato da partita IVA, ma diventa di collaborazione coordinata e continuativa. Ciò significa ad esempio che se all’inizio dell’anno ti viene proposta una consulenza annuale importante e tu ritieni che potrebbe rappresentare per te oltre il 75% del tuo reddito annuale non puoi accettarla e devi chiedere una collaborazione coordinata e continuativa.
La verità di questo DDL è che non guarda affatto allo sviluppo, ma rendere ancora più fragili e precarie le tutele e le condizioni del lavoro. Nel caso del lavoro indipendente ha un valore ancora più tragico: ne decreta la fine! Perché lo vessa con una tassazione cui nessun altro tipo di lavoro è soggetto e non lo riconosce come motore di sviluppo.
Vogliamo credere che ci sia ancora spazio per un ripensamento e possibilità di dialogo. Ma siamo anche consapevoli che se così non sarà dovremo intraprendere altre strade, per affermare il nostro diritto di esistere.

Chiediamo immediata udienza al Ministro Fornero per un confronto.
Chiediamo solidarietà a tutti i lavoratori dell’informazione per diffondere queste notizie.
Chiamiamo alla mobilitazione tutti i lavoratori indipendenti con partita IVA: la nostra sopravvivenza è nelle nostre mani!

Il Consiglio Direttivo ACTA

[ Scarica il comunicato stampa ]

ACTA

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65 Commenti

  1. Vincenzo Scuccimarra

    Reply

    Cari soci Acta

    Mi pare che a questo punto sarebbe il caso di decidere delle forme di protesta piu’ stringenti.
    Il ministro non ci ignora, come da risposta pubblica al Corriere della Sera, semplicemente ha deciso che non dobbiamo piu’ esistere come categoria. La scelta è molto chiara e netta ed è politica. Il problema, anche dal suo punto di vista, è che si tratta di una scelta fortemente discriminatoria e, a mio modesto avviso, anticostituzionale. Secondo me ci sono gli estremi per un ricorso all’obiezione fiscale per violazione dell’art. 3 della Costituzione o comunque, non sono un esperto, a forme di lotta più significative che sottolineino la necessità di tutelare il principio di uguaglianza tra cittadini in casi come questi in cui la disparità di trattamento è talmente evidente e marcata.

    5 Apr 2012
  2. Sara

    Reply

    E’ ormai ovvia la necessità di farci sentire con forza e sono totalmente in accordo con Vincenzo. Per questo vi chiedo, diteci cosa fare e lo faremo.

    5 Apr 2012
  3. Leo

    Reply

    Sono completamente daccordo….. qui siamo di fronte a principi di incostituzionalità….. non possiamo accettare che si voglia abolire il lavoro autonomo…. se il ministro non ci vorrà ascoltare dovremo trovare altre forme di contrasto, oppure (questo mi costa dirlo perchè ho sempre rispettato tutte le norme di legge….) troveremo strumenti per aggirare queste disposizioni.

    5 Apr 2012
  4. Anonimo codardo

    Reply

    Infatti. Il quadro normativo è chiaramente impostato contro il lavoro autonomo non per motivi economici ma per mero calcolo politico. Anche secondo me è inutile perdere tempo con la Fornero che chiaramente ha _scelto_ di vessare i lavoratori autonomi: passiamo ai fatti con i tribunali italiani ed europei.

    5 Apr 2012
  5. Stefano Danesi

    Reply

    Ma capisco male o anche ai professionisti iscritti agli albi si applica la nuova riforma sulle “false” PI?

    “La disposizione di cui alla prima parte del primo periodo del comma 3 dell’articolo 61 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, si interpreta nel senso che l’esclusione dal campo di applicazione del Capo I del Titolo VII del medesimo decreto riguarda le sole collaborazioni coordinate e continuative il cui contenuto concreto sia riconducibile alle attività professionali intellettuali per l’esercizio delle quali è necessaria l’iscrizione in appositi albi professionali. In caso contrario, l’iscrizione del collaboratore ad albi professionali non è circostanza idonea di per sé a determinare l’esclusione dal campo di applicazione del presente Capo.”

    5 Apr 2012
  6. Anna Soru

    Reply

    Non è molto chiaro. Da quanto ho capito dovrebbero essere esclusi i professionisti con ordine che svolgono attività per le quali è richiesta l’iscrizione ad albi. Sulla base di questo ragionamento (sempre che l’interpretazione sia corretta) ad esempio un ingegnere che svolge attività da informatico non dovrebbe essere escluso. L’aumento dei contributi, invece, resta un “privilegio” dei professionisti senza cassa.

    5 Apr 2012
  7. Matteo

    Reply

    Sciopero fiscale! Se TUTTI decidessimo di omettere (per esempio) il prossimo acconto o la prossima IVA allora si che si sentirebbe una certa pressione.

    5 Apr 2012
  8. Andrea

    Reply

    Mi sembra che Acta continui a non vedere o tacere il fatto che la riforma Fornero produrrà un esplosione di nuove partite Iva.
    Dovrebbe essere questo il primo passaggio di riflessione per chi vuole rappresentare le partite iva. Mi pare invece che l’approccio sia più corporativo che politico-sindacale.

    La sensazione è che Acta persegua una strada di isolamento rispetto ai territori limitrofi del lavoro precario senza partita iva e delle nuove microimprese. Solo uscendo da questo isolamento si può sperare di incidere in modo politicamente più forte, così si rischia di rimanere l’albo dei professionisti senza albo.

    Scusate la franchezza

    5 Apr 2012
  9. Mario Panzeri

    Reply

    Per Andrea. Non è una questione di franchezza, ma di chiarezza. Per quale motivo la riforma Fornero dovrebbe produrre un’esplosione di nuove partite IVA? La tua mi sembra davvero un’affermazione anapodittica. Spiega la premessa e poi si può discutere sul resto.

    5 Apr 2012
  10. Andrea

    Reply

    Per Mario. La riforma prevede l’aumento del costo del lavoro per i contratti a termine. A meno di non credere alla favola che questo costituisca un incentivo all’attivazione di contratti a tempo indeterminato il risultato sarà che le imprese chiederanno sempre più l’apertura di partita iva ai propri “collaboratori”.

    5 Apr 2012
  11. sara m.

    Reply

    L’invito a confrontarsi più continuativamente con tutte quelle forme di lavoro che sono di fatto limitrofe è più che condivisibile. Che la riforma produca necessariamente un’esplosione di partite iva è invece da vedere. Da una prima lettura – considerando anche la problematica del rischio della monocommittenza – mi pare più probabile che l’aumento del costo del lavoro dei contratti ‘atipici’ si traduca molto banalmente in un ulteriore abbassamento del reddito netto riconosciuto a chi lavora. Negli ultimi 7 aumenti di costo del lavoro per gli atipici mi pare sia sempre stato così. Sostanzialmente si vuole limitare la partita iva ai super redditi a tot zeri e si saccheggia ancora una volta l’enorme massa dei paria, gli atipici iscritti alla gestione separata, che tanto non protestano.

    5 Apr 2012
  12. Monicva

    Reply

    La riforma sbandierata come un grande successo che fará piovere fiumi di investimenti stranieri e tutela i lavoratori autonomi e atipici é una grande FREGATURA:
    1) non farà aumentare di 1€ gli investimenti
    2) Uccide i lavoratori autonomi, partite iva e piccole società di consulenza.
    Faccio presente che anche gli amministratori di societá sono assoggettati alla gestione separata.

    FACCIAMO QUALCOSA DI FORTE!!!!!

    Se l’associazione promuove un’iniziativa di protesta CATTIVA sicuramente saremo in tanti a dare il nostro contributo.

    5 Apr 2012
  13. PIETRO

    Reply

    Proposta cattiva ma veramente cattiva, questi non capiscono la carota ma sole il bastone

    Pietro

    5 Apr 2012
  14. Monica

    Reply

    Protesta CATTIVA vuol dire: sciopero fiscale, blocchi in autostrada e … Oltre!
    ACTA i tuoi associati e simpatizzanti aspettano la tua proposta di iniziativa di lotta.
    Lotta per sopravvivere!!!

    5 Apr 2012
  15. Davide

    Reply

    Va trovata una forma di protesta molto fastidiosa. Oppure chiudiamo partita iva e cominciamo a cercare all’estero.
    Si accettano idee #partiteiva

    5 Apr 2012
  16. Micaela

    Reply

    Credo che con questa riforma costringeranno molti liberi professionisti non iscritti a nessun ordine a chiudere la partita iva perchè i committenti non si prenderanno certo il rischio di incappare nelle sanzioni previste e quindi non inizieranno nemmeno una collaborazione / progetto. Saranno decine di migliaia di disoccupati in più. Ecco quale sarà il risultato. Cerchiamo di far sentire in qualche modo le nostre ragioni.

    5 Apr 2012
  17. Giuseppe

    Reply

    Assolutamente d’accordo con Andrea, non so se sia decretato la morte o la proliferazione delle partite iva, non avrei comunque un atteggiamento eccessivamenteb corporativo. Francamente penso si debba analizzare meglio e trovare dei punti di contatto con il vasto mondo del lavoro autonomo.

    5 Apr 2012
  18. Paola

    Reply

    A chi va bene una mega-assemblea con dimostrazione annessa nel mese di aprile a Milano e a Roma in (quasi) contemporanea? Vogliamo capire bene quali vie si possono seguire ora. Una raccolta di adesioni è già partita da questa pagina FB https://www.facebook.com/groups/234955726534289/doc/401926299837230/ (PARTECIPANTI ASSEMBLEE NAZIONALI) ma io la condivido volentieri con Acta.

    5 Apr 2012
  19. ugo testoni

    Reply

    A proposto di PD leggetevi queste poche righe di Ichino: “Caro PD anche questa volta hai scelto i protetti”

    http://www.pietroichino.it/?p=20575

    5 Apr 2012
  20. Sabina

    Reply

    Sara ha ragione, singolarmente non sappiamo che fare per farci sentire, ma se ci fosse qualcosa da fare, lo faremo.

    5 Apr 2012
  21. Dario Banfi

    Reply

    La logica di scambio tra il rimando di 1 anno dell’applicazione della normativa sulle false partite IVA sommata alla modifica che ha stemperato la conversione contrattuale (dall’ipotesi prevista di lavori a tempo indeterminato a collaborazioni continuative), di cui hanno parlato anche Alfano e Cazzola, come se fossero traguardi, e il ripristino di alcune tutele legate all’Art. 18 – stando alla ricostruzione di Ichino – è vergognoso. Uno schifo assoluto, che dimostra quanto il valore dei lavoratori come merce di scambio sia prima di tutto una valutazione e una prassi della politica, che gioca sulla nostra pelle. E’ una logica che personalmente mi fa ribrezzo e che oltre al metodo presuppone anche valutazioni errate di merito, per esempio nel sistema per identificare le false partite IVA. Non soltanto furbi, ma pure stupidi e ignoranti. Basta prendere in mano le sentenze di Cassazione che definiscono il lavoro autonomo per capire che stanno usando indizi accessori come principali per indentificare l’eterodirezione. Una scelta allucinante dal punto di vista del Diritto. Mi piacerebbe sapere il parere di un giudice di Cassazione. Sono disgustato da così elevata supponenza, e su questo tema, principalmente da parte del sindacato. Mi lascia senza parole anche l’atteggiamento di persone come Damiano, che a Milano presenta lo Statuto del Lavoro autonomo del PD ribadendo l’idea che le aliquote delle partite IVA andrebbero abbassate al 24%, facendo mea culpa su quanto fatto pochi anni prima, e poi nei giochi di Palazzo ritira fuori il protocollo sul Welfare del 2007 e lo aggiorna in peggio! Semplicemente disgustato. Una vergogna politica bipartisan e tecnica insieme o come ca**o volete chiamarla.. La strategia di fondo è una sola: rompere le ossa alle partite IVA visto che nessuno al tavolo c’era a rappresentarle. Vorrei fare notare anche il fatto che uno dei capitoli maggiori di copertura economica della manovra arriva dalle Partite IVA, soldi dei freelance per riformare Aspi, apprendistato e compagnia briscola.

    5 Apr 2012
  22. Leonardo Niosi

    Reply

    Occorre fare qualcosa subito. E’ inutile cercare nuove collaborazioni o alzare le tariffe in questo contesto di oppressione fiscale. Dobbiamo tutti mettere un po’ di tempo per fare pressione sul governo.
    Dovremmo chiedere tutti il PAGAMENTO DILAZIONATO DEI CONTRIBUTI. E’ più oneroso a causa degli interessi, ma daremmo un segnale molto forte.
    Fatemi sapere se siete daccordo.

    5 Apr 2012
  23. Marco

    Reply

    Comunque la situazione surrele la vivrà -secondo questo ddl- chi è iscritto ad un ordine che implica l’iscrizione ad una cassa (es: Inarcassa) che non considera la gestine separata INPS come forma previdenziale obbligatoria e non effettua lavori per cui è obbligatorio essere iscritti all’albo (Anche se di loro competenza).
    Es: tutti gli ingegneri elettronici, dell’informazione, delle comunicazioni, gestionali.
    In questo caso pageranno la gestione separata INPS E l’INARCASSA (almeno il minimo).

    6 Apr 2012
  24. Davidao

    Reply

    dobbiamo fare qualcosa di forte e anche di impopolare, ma dobbiamo trovare il modo di ottenere udienza. Non voglio cambiare lavoro (ammesso di trovarne uno) solo per l’ignoranza di questi politici.

    6 Apr 2012
  25. Riccardo

    Reply

    La misura è colma!!!! ADESSO BASTA incominciamo anche noi a bloccare autostrade e a tirare uova a Montecitorio . Se non ci ascoltano con i modi civili lo faranno con quelli incivili. Riccardo

    6 Apr 2012
  26. Cecile

    Reply

    D’accordo, ma se devo versare 33% come i dipendenti (che poi sarebbero più di loro ma questo fanno finta di non saperlo), anch’io voglio le ferie pagate e la tredicesima. Me le pagherà l’INPS?

    6 Apr 2012
  27. francesco z

    Reply

    per Marco e gli altri:
    ci sono altri che si trovano nella “situazione surreale” (a cui accenna MArco) di iscritto a qualche ordine per cui almeno teoricamente si trovano coinvolti sia come cassa professionele (es inarcassa) sia come inps gestione separata?
    intendo quindi ingegneri architetti principalmente… eventualmente iscritti ad altri ordini? Su questo punto è assolutamente necessario capire cosa intende il nuovo testo.

    6 Apr 2012
  28. Federico

    Reply

    Probabilmente il problema sta nel fatto che non riusciamo a far sentire sufficientemente la nostra voce.
    Siamo a tutti gli effetti una categoria, ma rispetto a molte altre, non siamo uniti e forti a livello nazionale, vedi invece lavoratori con sindacati e/o albi professionali.
    Bisogna pensare a forme di protesta visibili, ma la mobilitazione deve partire da una organizzazione di livello superiore. Poi starà a noi dimostrare il nostro appoggio e aderire alle iniziative per riprenderci i diritti che ci vengono tolti.

    6 Apr 2012
  29. Marco

    Reply

    Per francesco z:

    Il testo è chiaro, solo che è praticamente inapplicabile. Ci sono professionisti che fanno un lavoro per cui non è richiesta l’iscrizione all’albo (es: ing. elettronici, informatici, gestionali). Altri che fanno in parte lavori per cui è richiesta l’iscrizione e in parte lavori per cui non è richiesta.
    Il DDL presume di distinguere in base a questo, ovviamente per escludere categoria come i giornalisti e i medici.
    Al di la del fatto che questo decreto non utilizza nessuna delle categorie indicate dal codice civile per l’identificazione del lavoro autonomo (e quindi probabilmente non è nemmeno applicabile) la cosa creerà un casino previdenziale unico. In pratica un ingegnere passerà dal pagare l’INARCASSA e la gestione separata INPS in base alla durata dei contratti o al fatturato in relazione al numero dei clienti.
    E con le leggi attuali dovrà pagare entrambi (per quanto riguarda l’INARCASSA almeno i contributi minimi).
    Risolverebbero il problema “previdenziale” se escludessero gli albi che richiedono l’iscrizione obbligatoria alla cassa previdenziale, o almeno per loro non costringessero l’iscrizione alla gestione separata INPS.
    Mi auguro che gli ordini si muovano su questa cosa, ma mi auguro ancora di più che si modifichi questa follia per tutti coloro che vogliono essere realmente autonomi.

    6 Apr 2012
  30. Paolo

    Reply

    @Marco: lo studio che mi segue , in questi giorni mi sta mandando una serie di circolari in merito alle novità introdotte.
    Io sono ing. iscritto inarcassa e svolgo attività non normate (ambito informatico).

    Nelle circolari in questione non ci sono riferimenti a ciò che riporti, potresti darmi i riferimenti normativi esatti?

    L’unica cosa contenuta in queste circolari, che riguarda gestione separata INPS e professionisti iscritti ad altre casse, è riassunta nella seguente tabella che indica i soggetti obbligati all’iscrizione alla gestione separata INPS:

    SOGGETTI TENUTI ALL’ISCRIZIONE ALLA GESTIONE SEPARATA INPS

    – Professionisti senza Cassa di categoria
    – Collaboratori coordinati e continuativi (co.co.pro., collaboratori occasionali)
    – Lavoratori autonomi occasionali con reddito > € 5.000
    – Incaricati alla vendita a domicilio con reddito > € 6.410,26
    – Associati in partecipazione con apporto di solo lavoro
    – Relativamente alla qualità di amministratore, soci-amministratori di Srl che siano contemporaneamente lavoratori e amministratori di essa
    – Soggetti che, pur essendo iscritti ad una Cassa, non vi versano il contributo soggettivo per disposizione statutaria o per scelta

    Io il contributo soggettivo lo verso a inarcassa e quindi secondo quanto riportato qui non devo iscrivermi alla gestione separata INPS.

    6 Apr 2012
  31. francesco z

    Reply

    per Paolo
    credo che io e MArco stiamo parlando dell’art 9 comma 4.

    6 Apr 2012
  32. Marco

    Reply

    Paolo,

    Interessante,
    Riusciresti a condividere in qualche modo queste circolari? (es: folder pubblico dropbox o gdocs?).

    6 Apr 2012
  33. Marco

    Reply

    Paolo,
    Comunque, tra i “SOGGETTI TENUTI ALL’ISCRIZIONE ALLA GESTIONE SEPARATA INPS” hai messo: “Collaboratori coordinati e continuativi”.
    Secondo il DDL, se rientri in uno dei 2 nei casi elencati (75%, 6 mesi, etc) diventi proprio un cococo automaticamente, e quindi a quel punto devi pagare la gestione separata INPS e -se sei iscritto all’ordine e hai pvia ANCHE INARCASSA (almeno per il minimo).
    Se riesci a smentirmi, sono contento 🙂

    6 Apr 2012
  34. francesco z

    Reply

    per Marco e Paolo:
    purtroppo credo che Marco abbia ragione… io, come ho messo sopra, mi riferisco al testo uscito sul sole 24 ore on line. Mi sono riletto bene l’art 9 e al comma 4 e se sei in mono committenza, 75% bla bla (in 2 di queste condizioni) ricapi nella co.co.pro o qualunque sia il nome…
    Per il momento ho mandato una mail a INARCASSA, magari pregherei altri a fare lo stesso.

    6 Apr 2012
  35. romano calvo

    Reply

    Ci vediamo tutti il 12 aprile e costringiamo Tiziano Treu a dire la verità:
    Giovedì 12 aprile, ore 14:30 – Milano
    PROFESSIONI E LAVORO AUTONOMO: RIFORME E PROSPETTIVE
    Palazzo Pirelli – Sala del Gonfalone, Via F. Filzi, 22
    Saluti iniziali:
    Maurizio Martina – Segretario Regionale PD
    Luca Gaffuri – Capogruppo PD Regione Lombardia
    Introduce:
    Alessandro Alfieri – Vice Segretario regionale PD
    Coordina:
    Laura Specchio – Responsabile regionale Lavoro e Professioni PD
    Ore 14,30 – Il mondo delle Professioni. Uno scenario in evoluzione.
    – Tiziano Treu (Senatore PD)
    – Domenico de Stefano (Presidente Consiglio Notarile di Milano)
    – Paolo Giuggioli (Presidente Ordine Avvocati di Milano)
    – Alessandro Solidoro (Presidente Ordine Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Milano)
    – Daniela Volpi (Presidente Ordine degli Architetti di Milano)
    – Giovanni Zingales (Presidente Ordine Consulenti del Lavoro di Milano e Presidente Consulta Provinciale Professionisti della Camera di Commercio di Milano)
    Ore 16,00 – Servizi professionali e lavoro autonomo: potenzialità e tutele.
    – Tiziano Treu (Senatore PD)
    – Claudio Antonelli (Presidente PIU)
    – Giorgio Berloffa (Presidente Nazionale CNA Professioni)
    – Giorgio Cinciripini (Presidente AssoController)
    – Angelo Deiana (Presidente Comitato Scientifico COLAP)
    – Michele Giordano (Presidente ItaliaProfessioni)
    – Anna Soru (Presidente ACTA)
    Partecipano, inoltre, i Consiglieri regionali del Gruppo PD: Enrico Brambilla, Arianna Cavicchioli, Franco Mirabelli, Stefano Tosi.
    Ci saremo tutti !!! E non solo per ascoltare.

    6 Apr 2012
  36. Simone alias @Stronco su Twitter

    Reply

    Sono in accordo con Cecile.
    Ammettiamo per assurdo che io sia disposto a versare il 33% di contributi Inps. Va bene, li verso. Però di contro mi aspetto garanzie e un welfare adeguato. Mi volete portare allo stesso livello di contribuzione di un dipendente (almeno in apparenza)? Ok, però voglio una cassa di malattia, perché se io mi rompo un braccio e sto fermo un mese, chi mi paga? Voglio una pensione giusta quando tra mille anni andrò in pensione, non posso sentirmi dire che facendo due conti con la Gestione Seaparata avrò una pensione più o meno pari a quella sociale. Cosa me ne faccio allora di versare i miei contributi ? Senza dire voglio le ferie pagate e la tredicesima, che sarebbe evidentemente una provocazione senza costrutto, però le garanzie minime per salvaguardare la mia dignità di lavoratore, beh sì queste le voglio!

    Allargo la riflessione: questa riforma scontenta tutti, mi pare. Scontenta le imprese, scontenta i lavoratori. Allora perché è stata pensata così? Di solito c’è qualche lobby da difendere: ma chi? Qui c’è un irrigidimento su tutti i fronti: i licenziamenti non vengono facilitati, i contratti a tempo determinato vengono irrigiditi con ulteriori paletti, i contratti a progetti vengono irrigiditi con altrettanti paletti, le partite iva vengono vessate alla morte. Dov’è lo sviluppo, il rilancio? e dov’è il senso di equità?

    Speravo che questo governo tecnico fosse formato da persone competenti e coraggiose, in grado di fare scelte sensate. Sembra che non sia così, e allora che dobbiamo fare?

    Diteci come protestare!

    6 Apr 2012
  37. Mario Panzeri

    Reply

    Per Andrea. Siamo tutti d’accordo sul fatto che l’aumento del costo del lavoro per i contratti a termine costituisce un modesto o modestissimo incentivo all’attivazione di contratti a tempo indeterminato. E’ invece incomprensibile la tesi per cui l’effetto sarebbe di indurre le imprese a chiedere l’apertura della partita IVA ai propri collaboratori. Mi sorge il dubbio che il contenuto della riforma del lavoro per quanto attiene appunto i lavoratori con partita IVA – pur semplicissimo nella sua insensatezza – non sia chiaro per tutti. Come si può pensare che le imprese decideranno di correre il rischio di essere obbligate ad assumere a tempo indeterminato le presunte (e sottolineo presunte) false partite IVA? Forse la Tafazzi Srl, ma certamente non le altre… Purtroppo è fin troppo facile prevedere che l’effetto netto di questa sciagurata riforma del lavoro sarà un’ulteriore tendenza delle imprese a contrarre la propria attività e a spremere i relativamente pochi dipendenti superstiti, nonché, conseguentemente, il drammatico aumento del numero delle persone senza lavoro.

    7 Apr 2012
  38. Federica

    Reply

    Perchè non cominciamo con intasare twitter e le e-mail (se disponibili) dei vari segretari di partito? Tutti, nessuno escluco?
    Di Monti, Fornero e Passera? Di coloro che bene o male si sono occupati della cosa:Cazzola, Ichino, Treu, Damiano??
    E dulcis in Fundo del presidente Napolitano?
    Infine rivolgersi alla corte Europea? Per quanto riguarda il 33% di Inps?
    Inutile che fornero parli dei dipendenti, loro si pagano una parte dei contributi, per il resto ci pensa l’azienda. Noi abbiamo tutto a nostro carico.

    7 Apr 2012
  39. Erica

    Reply

    Non solo non abbiamo lavoro, ma così ci tolgono anche la speranza di trovarlo. Certo che le aziende di servizi, ad esempio le agenzie di relazioni pubbliche ci hanno sfruttato bene bene in passato nascondendo “vessatorie” collaborazioni continuative, altrochè se continuative, sabato, domenica, sera, agosto ecc con questi bei contratti in cui dovevamo firmare di non avere obblighi, non avere orari ahahahaah. Però è stato anche l’unico modo di lavorare. Ed ora invece di andare a castigare le aziende che sulla ns pelle hanno fatto i patrimoni vengono a massacrare noi.
    Lanciate un’idea, sono certa che vi seguiremo. Perchè non chiudere tutte queste fottute partite IVA e stare a vedere come potranno sopravvivere tutte queste grandi agenzie di comunicazione?

    7 Apr 2012
  40. Riccardo

    Reply

    Io sono un Osteopata, non appartengo al vostro mondo del freelance, però siamo accomunato da questo Mostro chiamato gestione separata, pensata dove gettare persone che non possono contare perchè non muovono interessi e proprio perchè non contano si possono liberamente sopprimere. È ora di dire Basta!! Ne va della nostra dignità e del nostro futuro. Occupiamo Le autostrade ! Occupiamo le strade di accesso agli Aereoporto e vedrete che ci ascolteranno!!! Coordiniamoni.

    Riccardo

    7 Apr 2012
  41. Manuel

    Reply

    Ma diventare ditta individuale artigiana, no?

    Boh, martedì ne parlo col commercialista, per capire i pro e i contro. Se è questo ciò che vogliono, questo avranno. Non vedo altre possibilità.

    7 Apr 2012
  42. Leonardo Niosi

    Reply

    Occorre organizzare una GIORNATA DI SCIOPERO e pubblicizzarla il più possibile. Dobbiamo incrociare le braccia per un giorno, disdire appuntamenti se necessario, ed informare i nostri clienti circa le motivazioni dello sciopero.
    E’ del tutto inusuale per i lavoratori autonomi scioperare e proprio per questo potremmo avere attenzione da parte dei media.
    Cosa ne dite ?

    7 Apr 2012
  43. pietro

    Reply

    Più che intasare le e-mail ci sarebbe un mezzuccio più simpatico.
    Intasare le autostrade. Infatti “lor signori” forse non si rendono conto che con alcune centinaia di autovetture che vanno a 30 all’ora sulla A1,A4,A14 si blocca il paese. State certi che la visibilità è assicurata

    7 Apr 2012
  44. fabio

    Reply

    33!

    Non è possibile. E’ iniquo.

    E per non avere nessun beneficio assistenziale e nessuna aspettativa di maturare la pensione (ho 31 anni, dovrò vivere fino a 100 per andare in pensione).

    Sosterrò sui social questo vostro appello. Se prevedete iniziative a Roma sarò senz’altro dei vostri.

    7 Apr 2012
  45. Mario Panzeri

    Reply

    Per Ugo Testoni – Sei sicuro che Ichino sia critico verso la riforma nel senso in cui lo siamo noi? Ne sarei lieto, ma dall’articolo che hai segnalato sembra il contrario, cioè che venga criticato il rinvio di un anno dell’entrata in vigore delle norme sulle partite IVA. Siamo davvero trattati da tutti come i paria del mondo del lavoro…

    7 Apr 2012
  46. Milo

    Reply

    Salve a tutti,
    riposto quello che ho scritto in un altro blog, per invitarvi a valutare alcune proposte.

    Penso che ormai sia evidente ad ACTA che la norma sulle p.iva, cosi’ com’e’ scritta, NON e’ quell’innocua e doverosa normativa posta a tutela delle p.iva sfruttate per sostenere le proprie istanze, MA che, subdolamente, sembra proprio pensata per:
    – DISTRUGGERE il mondo del lavoro autonomo, per via delle inevitabili conseguenze che porteranno le aziende, al fine di non aver problemi, a desistere dall’approvvigionarsi di lavoro specializzato ed intellettuale;
    – rendere piu’ costoso e difficile intraprendere un lavoro autonomo (per via dell’aumento della contribuzione e per la paventata riduzione del coeff. di deducibilita’ delle spese dell’automobile dal 40% al 27.5%)
    – far convergere, per quanto possibile, tutte le contribuzioni verso INPS (la norma sugli ordinistici, scritta cosi’, crea piu’ dubbi che certezze).

    Io propongo di individuare delle norme per ‘mettere in sicurezza’ il vero lavoro autonomo non subordinato, qualunque sia la natura del rapporto con il committente (e visto anche che non c’e’ scritto da nessuna parte nel Cod. Civile che una p.iva debba essere obbligatoriamente multi-committente).
    In questo senso, propongo di:
    – introdurre un limite superiore di fatturato per individuare le ‘finte’ p.iva (ad es. 20.000-30.000 euri/anno). E’ evidente che sotto questa cifra il compenso mensile netto e’ da fame e sopra invece diventa libera contrattazione;
    – eliminare il regime dei minimi perche’ e’ un chiaro invito alla costituzione di rapporti di finto lavoro autonomo
    – introdurre nella normativa l’esplicita espressione della volonta’ del lavoratore autonomo, in caso di controlli a sorpresa presuntivi.

    Che ne pensate?

    8 Apr 2012
  47. Anonimo codardo

    Reply

    @Milo, obietto:
    – Di fatto vuoi introdurre un reddito minimo. Non ce l’hanno i dipendenti e vuoi metterlo agli autonomi ? Ci riderebbero in faccia.
    – Sul regime dei minimi possiamo parlarne, ma converrai con me che al 32,76 di tassazione globale (contributi inclusi) è difficile dire di no (vedi il boom, +200% che avuto questo regime ad inizio anno)
    – Inutile perché il datore di lavoro ti farebbe firmare il foglio in bianco, così come fa firmare le dimissioni in bianco ai dipendenti.

    8 Apr 2012
  48. Milo

    Reply

    @Anonimo codardo

    – non parlo di reddito ‘minimo’, ma di una cifra sotto la quale NON ha senso essere un autonomo, perche’, oltre a non avere nessuna forma di tutela, ti devi pagare il commercialista, l’IRAP, tutti i contributi, l’IVA, etc. Concorderai con me che, “in assenza di regime dei minimi”, si e’ ‘finte’ p.iva se valgono gli indici di presunzione della Fornero, PIU’ la soglia di reddito?
    – sul regime dei minimi: proprio per evitare distorsioni sull’invito dei committenti ‘furbi’ ad aprire p.iva (cosi’ risparmiano sul cuneo fiscale), bisogna assolutamente ELIMINARLO. Regime dei minimi invita alla costituzione di rapporti di lavoro autonomo abusivi, e, a parer mio, la soglia di presunzione di f. p. iva deve coincidere con quella del regime dei minimi
    – non parlo, ovviamente, di una ‘liberatoria’ da far firmare al lavoratore all’atto dell’inizio della collaborazione, MA di una deposizione giurata davanti al giudice del lavoro durante il contenzioso, che ha ben altra rilevanza penale: se esistesse la possibilita’ di esprimere la prova contraria anche per il lavoratore, oltre che per il committente, allora io mi sentirei piu’ tutelato…
    So che e’ discutibile, ma non mi pare giusto che la volonta’ del lavoratore autonomo non debba mai comparire da nessuna parte nella normativa, come se tutti subissimo le vessazioni dei ‘padroni’.

    8 Apr 2012
  49. Mario Panzeri

    Reply

    Per Milo – Il regime dei minimi era effettivamente causa di gravi distorsioni, ma di fatto non esiste quasi più (possono sceglierlo soltanto coloro che intreprendono una nuova attività e per non più di cinque anni), quindi mi chiedo se abbia senso farvi ancora riferimento.
    Quanto alla volontà del lavoratore autonomo, è vero che in linea di principio dovrebbe non essere irrilevante come invece è, ma la riforma purtroppo introduce un’ingiustizia ancora più grave, perché utilizza criteri di valutazione della falsità o meno del rapporto di lavoro autonomo assolutamente fuori dalla realtà.
    Sul fatto, infine, che al di sotto di un certo livello di compensi dovrebbe essere escluso il rapporto di lavoro autonomo, ricordo che possono esserci periodi anche non brevi ma transitori di difficoltà professionale – soprattutto in periodi di crisi economica – e quindi un criterio come quello da te indicato avrebbe eventualmente un senso se riferito ad un arco di tempo non minore di due-tre anni.

    9 Apr 2012
  50. Mimmo Scaracchio

    Reply

    E C’è ANCHE ALTRO: LE NUOVE INIZIATIVE PRODUTTIVE CON TASSAZIONE FORFETARIA AL CINQUE PER CENTO FINO A TRENTACINQUE ANNI UCCIDERANNO TUTTI COLORO CHE HANNO ALIQUOTE SUPERIORI!!!!!

    LEGGETE QUI!!!!

    Mentre sindacati, giornalisti e politici parlano di articolo diciotto e della tutela di quei lavoratori dipendenti che ancora hanno un contratto a tempo indeterminato, è passata in sordina una leggina estremamente nociva, cammuffata da “misura di sostegno ai giovani” e da “liberalizzazione”. Da quest’anno infatti, chi apre una partita IVA può usufruire, a certe condizioni (non molto difficili da rispettare) di: esenzione IVA, esenzione da ritenuta d’acconto e soprattutto aliquota forfetaria del 5% sull’imponibile. Il tutto fino al compimento del trentacinquesimo anno di età. Il bravo Monti ci racconta che in questo modo facilita la vita dei giovani che vogliono intraprendere una professione, che si trovano ad avere un consistente sgravio sulle imposte. In apparenza, tutto bene, ottima idea. Aiutiamo i giovani! Chi potrebbe non essere d’accordo? Se sono meno tassati, questi giovani professionisti costeranno persino meno, e tutti saremo più contenti! La cosa ha tuttavia due conseguenze particolarmente nefaste: …. CONTINUA SU http://www.politb.eu/?p=152

    12 Apr 2012
  51. Marco

    Reply

    spero veramente che riusciremo a far modificare questa proposta di legge, in quando, vedo poca volonta di scovare le “Finte” Partite Iva e tanta voglia di punire, da parte di sindacati e governo, chi come noi a scelto di non entrare nel mercato del lavoro dalla porta del lavoro dipendente, e conseguentemente indebolire il sindacato stesso che prospera sui dipendenti.
    a mio modesto parere per eliminare le “Finte” partite Iva era sufficiente seguire i consigli indicati delle “Vere” Partite Iva, come quelli espressi da Acta nella sua proposta.
    Ad esempio se:
    1) si impone un termine massimo per i pagamente a 30gg
    2) si da la certezza al consulente di incassare i soldi, creando delle sanzioni certe e rapide contro chi non rispetta i termini di pagamento
    3) si aumentasse almeno al 10% e rendesse obbligatoria la rivalsa INPS
    4) ecc.
    Con questi paletti forse gli imprenditori “furbetti” ci penserebbero un po’ a trasformare un dipendente in partita Iva e i “Veri” (che brutta definizione) consulenti potrebbero confrontarsi con un mercato non falsato dai dipendenti camuffati.

    13 Apr 2012
  52. Christian

    Reply

    Ciao a tutti. Sono un dipendente e a breve aprirò la p.i. Avrò inizialmente solo due clienti. Ho deciso di aprirla per avere il vantaggio di lavorare da casa , quindi, spero, una qualità di vita migliore. Attualmente anche i dipendenti vengono sfruttati al massimo. Secondo voi ho sbagliato ad aprire mettermi improprio?
    Grazie

    18 Apr 2012
  53. Claudio ZIni

    Reply

    Secondo me dovremmo studiare una “rivolta” legale.

    Ad esempio tutti gli acconti sono (prendetela con beneficio di inventario) omissibili. Smettiamo di versarli se la legge lo permette. Oltretutto secondo me sono anche incostituzionali, ma questo è un altro problema di cui nessuno si interessa.

    Giochiamo tutti con i cavilli legali a fornire meno supporto possibile al sistema stato. Stiamo attenti a cosa ci consigliano i nostri commercialisti, che in genere sono estremamente disponibili con il loro principale datore di lavoro: lo stato.

    Chiediamo sempre cosa si può ritardare e facciamolo. Chiediamo cosa si può omettere e facciamolo.

    Non dobbiamo avere paura della campagna mediatica che stanno facendo sui controlli. Di fatto lo stato è incapace di monitorare tutti e dobbiamo superare la paura dei controlli a sorpresa da parte della finanza, ecc.

    La complicazione del nostro apparato burocratico è talmente elevata che ogni partita iva ha la probabilità di avere un controllo ogni 15 anni.

    Senza fare grosse mosse, semplicemente agendo in questo modo metteremo in ginocchio lo stato italiano e lo porteremo a ragionare in altro modo: liberare risorse per fare ripartire l’economia e non drenare risorse all’economia per impiegarle in modo inutile ed inefficiente.

    Grazie

    20 Apr 2012
  54. Federico

    Reply

    Fornero tutta la vita!!!
    Era ora!!!!

    24 Apr 2012
  55. ACTA

    Reply

    Federico, perdona, non è chiaro, ma sei felice che Fornero stia falciando il mondo dei freelance e delle partite IVA? E come mai?

    24 Apr 2012
  56. MICHELE

    Reply

    l’idiozia di questi tecnici di governo fa spavento.
    come mettono mano ad una cosa, fanno danni. sono elefanti in una cristalleria.
    vi chiedo: state buoni! vi paghiamo lo stipendio immeritato che avete, ma state buoni! per piacere!
    la realtà è diversa da quella che avete in testa

    8 Giu 2012
  57. sandro

    Reply

    avrei una proposta al ministro fornero finanziare gli autonomi
    con gli sperperi di questi ladroni della politica ci sarebbero meno
    fallimenti meno tasse ripresa del mercato ed investire
    questa italia mi fà paura veramente paura….

    13 Giu 2012
  58. Carlo

    Reply

    io voglio fare una proposta logica :
    tutti coloro che occcupano cariche pubbbliche politiche quando hanno un reddito superiore a ciò che percepiscono di pensione , la pensione viene sospesa ( sicuramente un bel risparmio per tutti noi)
    chi vuole andare in pensione più tardi , 70 / 75 anni paga molto meno del 27% , un 20 / 18% ,
    tanto normalmente gli autonomi spesso lavorano oltre i 70 anni !

    30 Lug 2012
  59. federika

    Reply

    ho lavorato come una matta tutto l’anno smanettandomi kilometri…ho fatturato 32000 euro lordi devo pagare oltre 12000euro di tasse ad agosto…ho gia versato il 21%d’iva….scarico pochissimo perche il mio codice attività non me lo consente….ho una figlia che cresco da sola..secondo voi è possibile che lo stato mi RUBA OLTRE IL 50% DI QUELLO CHE LAVORO?E nno tiene conto che sono una mamma! e non tiene conto ch non posso ammalarmi perche altrimenti non vado avanti ne io ne la piccola!..w l’italia…

    %

    1 Ago 2012

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Per le partite IVA una prospettiva di morte

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