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Scampato rialzo al 33%? Sospesa la manifestazione, ma non abbassiamo la guardia!

29 Giugno 2011 Lavoro, News, Previdenza

Sul testo della manovra non c’è traccia dell’aumento dei contributi alla gestione separata di cui hanno a lungo parlato i giornali nei giorni scorsi.

La mobilitazione di tutti, il fitto tamtam sulla rete sono stati certamente utili: il Governo ha fatto retromarcia, analogamente a quanto era avvenuto alla fine del 2008, per la finanziaria di allora.

Ringraziamo coloro che ci hanno confermato l’adesione alle manifestazioni che avevamo programmato.

 Sospendiamo il pane e acqua, ma stiamo vigili!

 Dobbiamo essere prontissimi a reagire se venissero riproposte misure così folli e inique.

Al primo segnale di rialzo dei contributi ci si mobilita!  Restate in contatto con noi!

 Confermiamo la riunione il 7 luglio a Milano nella nostra sede in via Menabrea 33 alle 18, per un confronto aperto a tutti coloro che vorranno partecipare.

Amministratore del Sistema

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23 Commenti

  1. Matteo

    Reply

    Speriamo non scompaia anche l’IVA al 21% (o la 25%… 30%… ) a discapito dell’IRPEF e della odiosa progressività dell’imposizione 🙂

    29 Giu 2011
  2. Riccardo

    Reply

    Attenzione a non cantar vittoria! Quella che e’ uscita nelle scorse ore e’ ancora una bozza e quindi le sorprese sono sempre in agguato!

    29 Giu 2011
  3. Anonimo codardo

    Reply

    Dal Sole24Ore:

    “Minimi e partite Iva
    Il forfettone che ha ormai arruolato quasi 600mila contribuenti minimi, dal 1° gennaio 2012, sarà riservato agli under 35. E durerà al massimo per cinque periodi di imposta. Non solo. Per accedervi il contribuente non deve avere esercitato negli ultimi tre anni attività artistica, professionale o di impresa anche in forma associata o familiare. “

    30 Giu 2011
  4. Dilva

    Reply

    Ciò che riporta il Sole24Ore è semplicemente disgustoso!
    Grazie “Anonimo”, direi che la nostra lotta non sia mai nemmeno cominciata, altro che aperitivi felici o no.

    30 Giu 2011
  5. Anonimo codardo

    Reply

    Ma chi scrive le leggi lo sa che l’unico modo per essere competitivi con l’estero (Est europa) per tutti i programmatori web/grafici/sistemisti freelance è il regime dei minimi ?

    30 Giu 2011
  6. Dilva

    Reply

    Non solo per essere “competitivi” ma, anche semplicemente per tentare di sopravvivere.
    Non gliene frega niente, caro Anonimo, a nessuno di quelli che stanno, o si credono di stare, in alto.
    In Italia non esiste alcun pensiero di progetto industriale, nessuna volontà di eliminare questo terminale sistema, nessun welfare per tutti e allora: sai dove va a finire il terziario avanzato?

    30 Giu 2011
  7. Marcello

    Reply

    Abbattimento del regime dei minimi+Studi di settore che potranno essere applicati=FALLIMENTO CERTO!
    Siamo proprio nella merda.

    30 Giu 2011
  8. Roberto A

    Reply

    è da due giorni che cerco di farvi capire che se già pagare il 26,72,anche in presenza di un intervento sulle aliquote,voi non sareste stati toccati…la massimo sarebbero stati toccati i co.co.pro che pagano formalmente il 26,72 ma sostanzialmente pagano il 22,68 del totale dell’imponibile fiscale piu’ il totale dei contributi a carico proprio e a carico del datore di lavoro.Avete fatto tanto casino per niente :P…se toccavano voi,significa che avrebbero toccato anche i lavoratori dipendenti a quel punto,avendo i lavoratori dipendenti un aliquota formale del 33 ma una sostanziale intorno proprio al 26,72.

    30 Giu 2011
  9. Micaela

    Reply

    Come potremo sopravvivere senza regime di minimi? E nessuno protesta, nessuno fa nulla!

    1 Lug 2011
  10. Dilva

    Reply

    Esatto Micaela!
    Vale anche per i parasubordinati che, a parte gli obblighi di orario, sono “solo” mono-committenti (come tantissimi di mia conoscenza che si vantano di essere “autonomi” solo perché non devono rispettare orari ma che, da anni, hanno i medesimi ottimi contratti solo, per esempio, con la Provincia di Milano…) e ricattabilissimi, ne so qualcosa io.

    Per loro, nessuno dice niente.

    Dobbiamo unirci tutti, per denunciare tutto e per eliminare la nostra frantumazione in decine e decine di tipologie di contratti oppure, senza alcun contratto (freelance = lavoratore a chiamata), situazione che fa comodo a tanti!

    1 Lug 2011
  11. E.

    Reply

    Io non credo che ci sia stata la volontà di toccare solo i parasubordinati e non le partite IVA con l’aumento dei contributi. Quindi non ho capito bene il messaggio di Roberto. Da sempre siamo stati uniti nel girone infernale della Gestione Separata INPS. E uniti dobbiamo fare sentire la nostra voce contro quella che anche da voci autorevoli è stata definita una tassa.
    Capisco però che parlare di altri aspetti del lavoro (mono o pluri – committenza, fatturato minimo o no, studi di settore, etc.) ci rende decisamente ancora molto diversi e temo quindi che i timori e le richieste si differenzino ancora molto.
    E.

    1 Lug 2011
  12. Elisa

    Reply

    Onestamente sono scettica sui vantaggi del regime dei minimi.. Ho avuto per un anno un regime simile (nuove attività produttive, anche quello col tetto sul fatturato e IRPEF al 10%), poi sono passata al regime ordinario. Risultato: pago meno tasse, perchè porto in detrazione le ritenute e molte più spese!
    Ognuno deve valutare la propria situazione, consiglierei di parlarne meglio con il commercialista o al CAF.

    ..e non è vero che nessuno fa nulla. La discussione e le iniziative contro gli aumenti sono scattate subito, e guarda un po’? La malaugurata ipotesi è stata ritirata. Se stavamo zitti invece… Non mi pare poco.

    1 Lug 2011
  13. Dilva

    Reply

    Sfugge a troppi che sono un’infinità coloro che non possono scegliere tra regime minimo o ordinario.

    C’è chi, alle favole, non crede.

    2 Lug 2011
  14. Edoardo

    Reply

    Il regime dei minimi va bene se si hanno poche o quasi nessuna spesa da scaricare (da cui il tetto dei 15k nei tre anni precedenti), inoltre l’esenzione dall’applicazione degli studi di settore ti permette di non considerare come concorrenti i consulenti strapagati: ti fai un giro su Google e lavoro all’estero da poter fare da casa ne trovi. Con gli studi di settore sei fottuto.

    2 Lug 2011
  15. Edoardo

    Reply

    Tra l’altro vedo che questa limitazione al regime dei minimi non interessi molto ad ACTA. Ho forse fatto bene a non iscrivermi ?

    2 Lug 2011
  16. ACTA

    Reply

    La revisione del regime dei minimi interessa certamente ACTA. Il giorno 7 faremo un’assemblea per discutere di queste e altre cose. Se desideri partecipare Edoardo sei il benvenuto.

    A te a tutte le persone che sono intervenute in questi giorni sul sito va il ringraziamanto dell’associazione perché avete contribuito ad alimentare la discussione e fare emergere attenzioni e necessità.

    E’ giusto ricordare a chi chiede se e perché aderire ad ACTA, che abbiamo un nostro Manifesto che racconta chi siamo e che cosa vogliamo, al di là di situazioni contingenti e certamante difficili emerse in questi giorni.

    Il lavoro di chi si adopera nelle iniziative pubbliche e nei servizi che l’associazione offre e svolge (coworking, consulenza di esperti via Web, occasioni di formazione, convenzioni, rassegna stampa, promozione del nostro manifesto con uno spettacolo teatrale, il contatto con sindacati e altre associazioni, la definizione di proposte di revisione legislativa, analisi tecniche, interventi pubblici, relazioni con la stampa, cura di social network e altro) – e che non si limitano come qualcuno sostiene alla mera promozione – è svolto unicamante su base volontaria. Non è sempre perfetto e tempestivo, ma cerca per quanto possibile e con i tempi che ciascuno di noi riesce a mettere a disposizione, di essere incisivo.

    Da oltre 7 anni cerchiamo di tenere alta l’attenzione sul lavoro professionale autonomo e questo sito tiene traccia di quello che è stato fatto e discusso da migliaia di persone.

    Uno dei principi di vita di questa associazione è la consapevolezza che ogni contributo fattivo e critico sia ben accetto, e ci aiuti in quello che non riusciamo a fare in tempo o bene. Meglio ancora se portato avanti in prima persona da chi vuole aiutarci a fare meglio, viste le risorse limitate che abbiamo.

    Nonostante ciascuno di noi sia un lavoratore indipendente stiamo cercando di proporre un fronte unitario e di coalizione che superi l’individualismo e l’istintiva voglia di mandare tutti a quel paese.

    Spesso ci troviamo anche nella vita reale, non solo online, discutiamo, prendiamo posizioni. Chi vuole farlo con noi può liberamente partecipare. Volendo c’è spazio anche per entrare nel nuovo Consiglio Direttivo, visto che tra breve ci saranno le elezioni per il suo rinnovo.

    2 Lug 2011
  17. Elisa

    Reply

    Acta riunisce professionisti a partita Iva, con INPS in gestione separata, indipendentemente dal regime e dalle modalità contrattuali. E del resto qui si parlava di aliquote INPS, una battaglia che ci riguarda tutti!

    2 Lug 2011
  18. Dilva

    Reply

    “… come qualcuno sostiene alla mera promozione…”
    Sì, dopo quattro anni di lavoro volontario (tutt’altro che leggero) da socia, lo sostengo e lo ribadisco.

    “…Meglio ancora se portato avanti in prima persona da chi vuole aiutarci a fare meglio, viste le risorse limitate che abbiamo….”
    L’ho fatto per quattro anni come altri, ma senza ascoltato e senza rispetto e riconoscimento anche, della propria professionalità.
    Acta preferisce “distinguersi”. Anch’io.

    Preferisco agire nella realtà del mondo, nella realtà dell’Italia, dove tutti i cittadini hanno bisogno di non essere più divisi per categorie (ognuna rivolta solo al suo proprio orticello) ma, essere riconosciuti innanzitutto in quanto esseri umani aventi DIRITTI UNIVERSALI.

    Non sono più i tempi del godere nel credere che Sacconi (???) stia twitterando con Acta, Acta non sa che esistono gli staff preposti per twitterare?
    Acta non sa chi è Sacconi?
    Preferisce dialogare con gli staff dei “craxiani” piuttosto che ascoltare chi ha un lavoro precario o non ce l’ha affatto.
    Acta rifiuta di riconoscere che moltissime partite IVA, sono precarie.

    Io preferisco stare nel mondo che nelle élite.

    2 Lug 2011
  19. Giuliano

    Reply

    Non e vero che nessuno fa niente e dice niente, mi pare! Per fortuna. I sindacati dei garantiti fanno il loro lavoro che è sempre piu di tutela di interessi privati. I Governo ci prova, a spennare ulteriormente profrssionisti e precari, sapendo che hanno meno voce per reagire, ma nei giornali e nella politica comincia a farsi strada la consapevolezza che dietro grandi slogan sul libero mercato (da una parte) e sulla solidarietà tra i lavoratori (dall’altra) si rafforza il divario tra garantiti e non garantiti. L’attenzione del Corriere, e di parti del PD (purtroppo non in ascesa al momento) sono molto meglio del silenzio totale di un tempo. ACTA mi sembra faccia gia moltissimo, con le sue risorse che non sono certo quelle della CGIL o Confindustria. Non vedo tra l’altro perche non dovrebbe cercare di avere un canale aperto con Sacconi, che un po’ di voce in capitolo ce l’ha dopotutto. E non mi pare proprio che ACTA ignori la situazione di precarietà di molti di noi. Si puo’ sempre fare di meglio, ma io personalmente sono molto grato a chi più di me riesce a darsi da fare per migliorare le cose.
    Su un altro piano, vorrei invece vedere piu’ coraggio da parte di Veltroni nel sostenere le proposte di Ichino, o perlomeno la sua attenzione a questo tema (le proposte sono sempre migliorabili, la difesa dei privilegi dello status quo no).

    2 Lug 2011
  20. Dilva

    Reply

    Ichino e Sacconi???????

    Complimenti e auguri!!!!!!!!!!!

    2 Lug 2011
  21. Laura

    Reply

    Signora Dilva,

    mi sfugge il motivo di tanto astio. Acta è fatta di persone, che faticosamente portano avanti idee e progetti. Possono sbagliare, come tutti, ma non credo meritino il suo disprezzo.

    Entrando nel merito:
    -se per lei intessere rapporti con la stampa per ottenere articoli su importanti quotidiani che parlano di Acta è “autopromozione” forse dovrebbe riflettere sul fatto che in quegli articoli si cita Acta in un contesto più generale in cui SI PARLA DI LAVORO AUTONOMO. Che non è cosa da poco.
    -i diritti universali non sono alla portata di Acta, per ora. Però so che si stanno attrezzando per combattere la fame nel mondo.. Battute a parte, ognuno fa quello che può. So che tra le battaglie di Acta c’è anche una proposta di maternità universale (per dipendenti, autonome, disoccupate etc).
    -Acta ha da sempre dialogato con tutti i politici che hanno voluto dialogare. E’ stata una precisa scelta dall’inizio e credo sia sensata, anche perchè raccoglie iscritti di ogni colore politico.

    Ad ogni modo, se non è più d’accordo con le idee, le proposte ed il modo di agire di Acta, non può semplicemente ritirare la sua iscrizione? Le critiche costruttive sono sempre utili, ma i suoi interventi assomigliano sempre più a quelli di un “troll”, come si dice in gergo. ( http://it.wikipedia.org/wiki/Troll_(Internet) )

    Laura (Acta simpatizzante non ancora socia)

    7 Lug 2011
  22. Dilva

    Reply

    Signora Laura,

    non so chi lei sia e, sinceramente, non m’interessa saperlo.
    Sappia però che ho lavorato con e per Acta per quattro anni, sappia che il sito è aperto (http://it.wiktionary.org/wiki/Aiuto:Cosa_vuol_dire_%22libero%22%3F) a tutti, sappia che ho rassegnato le mie dimissioni da Acta, ben motivandole, il 2 luglio 2011.

    Per tutto il resto da lei scritto, preferisco non entrare nel merito delle sue scarse conoscenze.
    Diventi socia, paghi la quota regolarmente, lavori sodo per Acta e per anni e, forse, qualcosa avrà la possibilità di capire. Forse.

    13 Lug 2011

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Scampato rialzo al 33%? Sospesa la manifestazione, ma non abbassiamo l…

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