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Crisi, sindrome da Quinto Stato e Welfare

28 Settembre 2009 Diritti, Lavoro, News, Vita da freelance

Qualche giorno fa il Corriere della Sera, con l’articolo “Professionisti a rischio, sindrome da Quinto Stato. Dai designer ai consulenti, le fasce senza welfare. Gli architetti: pacchetto anti-crisi per le categorie” cita ACTA e il tema della crisi del lavoro professionale autonomo. Ci fa piacere che il giornale di via Solferino si sia accorto di noi! Ci piacerebbe certamante che approfondisse ancora di più la nostra condizione, per evitare per esempio, alcune semplificazioni, come l’indicazione relativa al nostro reddito annuo medio, stimato in 60.000 euro: magari!!

P.S. Ma, davvero, ci sposiamo preferentemente tra di noi? Mah!

Amministratore del Sistema

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6 Commenti

  1. Federico Soresini

    Reply

    Salve, ho letto anch’io l’articolo del Corriere ed ho inviato questa email all’autore:

    “Gentile Dott. Di Vico,
    sono un grafico web designer, ho 44 anni, ed appartengo ad una delle categorie che ha citato nel suo articolo di ieri “Professionisti a rischio, sindrome da Quinto Stato”.
    La ringrazio per aver esposto un quadro preciso dei numerosi problemi ci affliggono.
    Spero che articoli come il suo e le battaglie di una associazione come l’ACTA (alla quale sono iscritto) possano far emergere agli occhi dei nostri politici una situazione che non può andare avanti in questo modo.
    A mio parere uno degli aspetti più ingiusti è il crescente onere relativo alla aliquota INSP che versiamo alla Gestione Separata. Onere che dal 1996 ad oggi è cresciuto in maniera esponenziale dall’iniziale 10 % al 26,7 % che pagheremo nel 2010 e che ha permesso all’INPS di avere astronomici utili, tali da ripianare deficit di altre casse. Tutto ciò, come lei ha sottolineato, per “godere” in futuro di una minima pensione mensile tra i 500 e i 650 euro e senza il benchè minimo welfare che hanno i lavoratori assunti (malattie pagate, ferie, TFR, cassa integrazione, ecc.). Fa effetto leggere sempre sul Corriere di ieri l’articolo di pag. 17 di Sergio RIzzo e Gian Antonio Stella dove, tra l’altro, si cita che l’ammontare della pensione media di un commesso del Senato della Repubblica è di circa 122.000 euro lordi l’anno. ”

    Saluti
    Federico Soresini

    29 Set 2009
  2. LB

    Reply

    Ho qualche problema ad aprire i 2 files. In ogni caso, il link diretto all’articolo è questo:
    http://archiviostorico.corriere.it/2009/settembre/26/Professionisti_rischio_sindrome_Quinto_Stato_co_8_090926037.shtml

    30 Set 2009
  3. administrator

    Reply

    grazie

    30 Set 2009
  4. Fabiano Copeta

    Reply

    Salve, pure io ho letto l’articolo e inviato il seguente commento all’autore.

    ———————————————————-
    Gentile dott. Di Vico,
    sono un consulente informatico, professionista con partita Iva, e mi riconosco (quasi) perfettamente nel quadro da lei tratteggiato nel suo articolo apparso il 26 settembre sul Corriere della Sera: ‘Professionisti a rischio, sindrome da Quinto Stato’.
    Quello di cui la categoria ‘virtuale’ a cui appartengo ha bisogno e’ proprio visibilita’ ed attenzione alla sua grama ed estremamente iniqua condizione lavorativa.

    Do’ un senso al ‘quasi’ di cui sopra: rilevo e segnalo purtroppo una grave inesattezza, che rischia di compromettere tutto il senso del discorso.
    Lei riporta la seguente affermazione:

    “«E 60 mila euro lordi, la media dei nostri introiti, sono appena sufficienti per vivere a Milano, ma sicuramente non consentono di pensare a un progetto di vita»”

    ma, nel titoletto iniziale afferma pure questo:

    “La storia Non hanno un Ordine professionale, in media lavorano 120 giorni all’ anno”

    I conti son presto fatti: 60.000 euro / 120 giorni corrispondono ad un compenso giornaliero lordo di 500 euro.
    Lei conosce i compensi che vengono corrisposti a Milano per consulenze informatiche?
    Si va da un range di 80-120 euro/gg. per le figure senza esperienza, ad un massimo di 320-350 euro/gg. per le figure piu’ qualificate, per attivita’ ad altissima specializzazione. Direi che sono trascurabili, ai fini della distribuzione, le figure con compensi piu’ elevati di questi
    E a Milano si possono spuntare le tariffe migliori: le lascio immaginare cosa puo’ essere la realta’ altrove.

    Ipotizzo dunque che la cifra media lorda riferita sia da ridurre almeno ad un terzo, se non ad un quarto.

    Resta da dire che il netto risultante costituisce meno del 50% di detta cifra lorda.

    grazie per l’attenzione,

    cordiali saluti,

    Fabiano Copeta

    30 Set 2009
  5. Helen Farrell

    Reply

    Ho 29 anni, lavoro come traduttrice e redattrice con la Partita IVA da quattro anni. A mio avviso, il problema principale qui rimane con la gestione separata INPS. Di solito lavoro sei giorni la settimana e riesco a guadagnare abbastanza bene (certo non 60.000 euro l’anno), poi sparisce piu del 25% del mio reddito all’INPS per non avere certi diritti basi come la copertura malattia. In un Paese con un economia fatto dalle PMI, mi sembra assurdo penalizzare le piccole realta’. Come possiamo permetterci di fa crescere nostra volume di lavoro in queste condizioni? Si deve investire in e incoraggiare i liberi professionisti, non punirli come se fosse evasori fiscali.

    Sono molto grata ad ACTA che sta combattendo da parte nostra (alla fine siamo davvero in tanti). Continuate il buon lavoro!

    Helen Farrell (Firenze)

    1 Ott 2009
  6. gherardo cencioni

    Reply

    salve sono di firenze ed ho 38 anni quasi. sono un sub agente da anni. da due anni sto lavorando per uno showroom di abbigliamento. nonostante gli incrementi di fatturato che ho portato, con le provvigioni che mi danno arrivo a 20.000 € pagati sull’incassato (e meno male che dopo l’ultima discussione mi passano la benzina!!!). ho un affitto ed una figlia di 13 mesi. pago regolarmente le tasse da una vita. come me ce ne sono tanti magari che non conoscono il vs. sito.
    quindi le realtà di cui parlate (milano, 60.000€ annui) per me sono solo la punta dell’iceberg. perciò vi prego di essere realisti e scavare più a fondo in questo grande sfacelo che sta succedendo ai noi povere partite iva (senza a firenze per uno come me di 38 anni NON SI TROVA LAVORO).
    non ho capito come fare per girare questa mail a chi ha scritto l’articolo potete farlo voi?
    vi ringrazio infinitamente.
    cordiali saluti
    gherardo cencioni

    7 Ott 2009

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Crisi, sindrome da Quinto Stato e Welfare

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